Filo conduttore di Anplagghed, spettacolo organizzato da Azalea Promotion, è la vita in un quartiere di periferia di una grande metropoli, con un nutrito gruppo di personaggi alle prese con i piccoli e grandi problemi di tutti i giorni. Le musiche originali, composte da Gino Marcelli, spaziano dal rock alla tarantella, dallo ska alla big band hollywoodiana. In veste di regista il celebre trasformista Arturo Brachetti.
Lo spettacolo, iniziato alle 21.30 nella splendida cornice di Villa Manin, si apre e si chiude con l’Enterprise e l’analisi extraterrestre degli umani, delle loro debolezze, i loro problemi, le loro abitudini. Aldo, Giovanni e Giacomo scendono sulla terra, si calano nei corpi e soprattutto, nella natura ordinaria dell’uomo. E’ la farsa della quotidianità a farla da padrone, a primeggiare in modo surreale.
E mentre Silvana martella tutto lo spettacolo con Non ho il giardino, frase perfettamente senza senso che piazza ovunque, Giovanni si presenta sullo stage sulla sedia a rotelle colpevolizzando il suo gatto opulento che gli fa addormentare le gambe. Sempre lui, nel ruolo di ammaestratore di cani, addomestica le bestiole (quattro malconci peluche dai nomi impronunciabili) imponendo il suo ormai famoso elevation[img_assist|nid=9014|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427] a un metro da terra. Giacomo è irresistibile nei panni di un vigile rispettoso delle regole e irrispettoso dei cittadini, si ripete quando si sforza di far capire qualcosa d’arte contemporanea alle due teste quadre Aldo e Giovanni.
Per arricchire la commistione tra cinema e teatro il trio ha scelto dei video in 3D che hanno frazionato lo spettacolo e dato modo agli attori di prender fiato. Nel freddo anzi, quasi gelo, di una serata di fine estate il trio ha concluso la sua performance con Aldo che canta sguaiatamente My way del mitico The voice con lanci carpiati tra il pubblico. A chiudere il sipario una finta serata degli Oscar dove alcuni francesismi improvvisati e totalmente sgrammaticati incorniciano di ironia lo show. Unico neo della serata la non perfetta visibilità. Non tutti i circa 5000 spettatori hanno, infatti, potuto godere appieno dello spettacolo a causa di un palco troppo distante e decentrato. Ma nel millennio della tecnologia i 2 grandi schermi, posti ai lati del palco, hanno decisamente aiutato l’immaginazione. Grande e indiscutibile la professionalità degli attori.