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Bravissimi giovani attori per Il giuramento dell’amor spergiuro

Sipario

[img_assist|nid=12419|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Gemona del Friuli (UD) – Un piccolo palco rialzato in legno con una quinta praticabile e un paio di azzeccati costumi: è questo tutto ciò di cui ha bisogno lo spettacolo allestito dalla Civica Accademia d’Arte drammatica “Nico Pepe” di Udine, per la regia e drammaturgia di Claudio de Maglio e Giuliano Bonanni.

Siamo nei dintorni prossimi della pura Commedia dell’Arte (anche se viene meno il caratteristico carattere d’improvvisazione delle commedie a braccio), un modello oggi raramente riproposto a teatro, forse per il timore che non sia più nelle corde del moderno spettatore. Onore, quindi, agli autori, che ci hanno brillantemente dimostrato quanto questo materiale possa ancora regalare in termini di divertimento.

Pantalone, avaro e brontolone commerciante di Venezia, intravede la possibilità di aumentare le sue già grandi fortune cercando di espandere le sue compravendite nella nuova tratta commerciale della Siberia, ormai floridissima regione di scambi. Lo Zar, intuita la probabilità di un’intrusione potenzialmente nociva, invia a Venezia il suo capitano Daniel Vigo, per impedire a Pantalone di trovare[img_assist|nid=12420|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=640] la mappa del territorio. Chi la spunterà? Intanto, Pantalone deve fronteggiare anche le crisi d’amore della figlia Apollonia per il matematico tedesco Smellius e del figlio ribelle Simplicio per Beatrice, figlia del dottor Graziano, panzuto e simpatico bolognese, poco incline ad accettare le arroganze del giovane genero. Su tutto questo canovaccio aleggia la presenza di un’entità misteriosa, spiritica e l’immancabile servo Arlecchino.

Una commedia dai tempi pressoché perfetti che rilancia con abilità un genere sviluppatosi in Italia dal ‘500 e che, per la prima volta, riuscì a dar forma al concetto d’attore come noi oggi lo intendiamo, cioè un professionista della recitazione.

E qui gli attori -sebbene non ancora professionisti perché a tutti gli effetti studenti dell’Accademia- sono tutti bravissimi (soprattutto il cast maschile) nel riuscire ad imporre sfumature convenzionali e perfettamente calibrate alle maschere, sfornando con consumata abilità tecnica e perizia ritmica tic, manie, vizi, caratteri, incontri/scontri e rare virtù. Vanno sicuramente resi gli onori a Nicola Canal, Dominic De Cia, Daniel De Rossi, Lodovico Guenzi, Luca Marchioro, Luigi Rizzo, Fabrizia Boffelli, Lorenza Calza, Natalie Norma Fella e Luisa Supino. Si sorride e, non di rado, si ride e ci si regala un rilassamento che è come un piacevole excursus nella storia della nostra arte comica, attraverso una generazione di attori preparati magistralmente e con un grande futuro, che poco hanno da invidiare a nomi molto più strombazzati. Complimenti all’Accademia Nico Pepe, vero fiore all’occhiello della cultura di Udine.