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Con Erased Palladio di Italo Zuffi inaugura lo spazio Monotono a Vicenza

Art&Fatti
[img_assist|nid=16054|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]VICENZA - Erased Palladio è la mostra personale dell'artista Italo Zuffi, che propone una riflessione critica sul tema dell'architettura e delle regole palladiane e che si inaugura sabato 22 novembre 2008, alle ore 18.30 a Monotono, nuovo spazio per il contemporaneo, che inaugura a Vicenza.
Nell'anno in cui si celebra il V centenario della nascita di Andrea Palladio, il progetto Erased Palladio si va solo incidentalmente ad affiancare alla serie di esposizioni ed eventi istituzionali già presenti e in programma nel territorio dedicati alla figura dell'architetto veneto, rispetto al quale lo sguardo di Zuffi non celebra l’esistente, né è interessato a riproporre facili didascalie. Piuttosto, egli desidera mettere in scena un ragionamento a tutto campo sul concetto di "esportabilità" di uno stile (e delle sue successive alterazioni alla ricerca di una perenne adattabilità), sfiorando appena il racconto di un’architettura intesa come luogo di proiezione di un potere, o della sua evoluzione in anfratto confortevole e multifunzionale.
Artista versatile e da sempre interessato a frequentare diversi linguaggi (dalla scultura, al video, alla fotografia, alla performance), Zuffi si avvicina all’opera del Palladio nel 1999 attraverso alcune ricognizioni nei siti delle ville dell’architetto, in seguito alle quali realizzerà la prima serie dei Profilati, grandi oggetti geometrici, in legno dipinto, ispirati appunto alle piante di edifici palladiani.
Con il progetto Erased Palladio, Zuffi vuole dar vita ad una[img_assist|nid=16055|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=436] mostra frutto di diverse ricerche e suggestioni, non ultima la verifica di quell’azione palladiana di “domesticamento” nei confronti del linguaggio architettonico classico. Obiettivo primario dell’artista sarà inoltre quello di rendere concreta una riflessione su alcune ipotesi legate alla fruizione dell’architettura, da egli essenzialmente “percepita e rappresentata come rifugio e come speranza da cui proiettarsi verso l’esterno, stazione temporanea, sito di partenza e di ritorno per continue razzie nello spazio aperto”; nonché luogo di “ostentazione di trofei raccolti nel corso dei vari tentativi di fare esperienza del mondo”.

Il nucleo principale della mostra, che si sviluppa su una superficie espositiva distribuita su tre livelli, è costituito da un’inedita serie di opere performative, video e scultoree site-specific, in parte realizzate grazie alla collaborazione di maestranze ed artigiani locali. In parallelo, l’artista espone alcuni lavori che, elaborati nel corso della ricerca svolta negli anni precedenti e incentrata su temi architettonici, vengono riproposti nel dialogo con le opere recenti e riletti in nuovo contesto espositivo.

Italo Zuffi (studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ‘Master of Arts’ presso il Central Saint Martins College of Art & Design di Londra), riceve nel 2001 la ‘Wheatley Bequest Fellowship in Sculpture’ presso l’Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (GB). Il suo lavoro è stato incluso nella pubblicazione Espresso – arte oggi in Italia, edito da Electa nel 2000. Del 2003 è invece la monografia The mystery boy, con testi critici di Pier Luigi Tazzi, Luca Cerizza, e Nicolas Bourriaud. Ha di recente partecipato alle mostre Nient’altro che scultura (XIII Biennale Internazionale), al Centro Arti PlasticheInternazionali e Contemporanee, Carrara e Sguardo periferico e corpo collettivo, al Museion di Bolzano. Tra le mostre personali si ricordano: Taking No Sides By Side (Newman Popiashvili Gallery, New York, 2007); La nostra evoluzione è qualche cosa di diverso (Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, Palermo, 2006); Macchine per vedere, a cura di Pier Luigi Tazzi (Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago, 2005); Elegante e straniero. Galleria Continua, San Gimignano, 2003; Shaking doors. Gallery Suite 106, New York, 2003; The mystery boy. Institute of Art & Design, Birmingham (GB), 2002. Tre le altre mostre collettive, Laws of relativity / La legge è relativa per tutti, a cura di Anna Colin e Elena Sorokina (Palazzo Re Rebaudengo, Guarene d’Alba, 2007); La scultura Italiana del XX secolo, a cura di Marco Meneguzzo (Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2005); La ciudad radiante, a cura di Achille Bonito Oliva (Centre Cultural Bancaixa, Valencia, 2003); Assab One – La generazione emergente dell'arte in Italia, a cura di Roberto Pinto e Laura Garbarino (Ex Stabilimento GEA, Milano, 2002); At least begin to make an end. Strip, Revert and Dewind, a cura di Ann Demeester (W139, Amsterdam, 2002); P.S.1 Italian Studio Program 2000/2002 (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2001); 8 artisti, 8 critici, 8 stanze, a cura di Dede Auregli (GAM Villa delle Rose, Bologna, 2001); Zone. Espèces d’Espace, a cura di Francesco Bonami (Palazzo Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba, 1999); A questo punto, a cura di Riccardo Caldura e Chiara Bertola (Galleria Bevilacqua La Masa, Venezia, 1998). Italo Zuffi (Imola, 1969) vive a Milano.

Dal 22 novembre 2008 al 25 gennaio 2009

Italo Zuffi - Erased Palladio

Monotono, Viale Milano 60 - VICENZA

Vernissage: sabato 22 novembre, alle ore 18,30. Alle ore 20,.00 una performance dell'artista

Orario: da lunedì a venerdì, dalle 09.00 alle 18.00; sabato e domenica su appuntamento

Info: tel. 0444327166
info@monotono.it
www.monotono.it