[img_assist|nid=15448|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]GORIZIA - È possibile che una mostra fotografica, una semplice per quanto suggestiva successione di immagini, scelte e raccolte da altri, restituisca il tratto autentico di una personalità? È in grado di portare lo spettatore, anche solo per un attimo oltre gli stereotipi in cui né è racchiuso il ricordo?
La mostra dedicata al Fondo Diaz, curata da Paolo Pozzato e da Alessandra Martina che firma anche il catalogo, permette di offrire una chiave di lettura, tra le tante sulla figura del generale, inserita nel contesto di quell’immane conflitto globale che fu la Prima Guerra Mondiale. Diaz fu realmente il generale “umano e comprensivo” che sostituì con una serie variegata e psicologicamente attenta di[img_assist|nid=15449|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=410] provvidenze alle truppe, la brutalità e la rozzezza della gestione Cadorna? Fu il capo di Stato Maggiore che seppe finalmente muoversi “primus inter pares” tra i colleghi, valorizzando la personalità dei collaboratori, senza adombrarsi della fama che guadagnavano, ed evitando il ricorso alla soluzione sbrigativa dei provvedimenti di esonero, i famigerati “siluramenti”? Oppure fu semplicemente l’uomo giusto al momento giusto? Il temporeggiatore che non seppe risolversi ad un’azione offensiva se non per le pressioni dell’autorità politica? Ciascuno di questi punti di vista, ed altri che si potrebbero elencare o individuare, hanno avuto sostenitori più o meno illustri. Ciascuno di essi troverebbe probabilmente prove documentarie sufficienti tanto a sostenerlo, quanto a smentirlo. Diaz rimane un personaggio per il quale non è facile entusiasmarsi, ma che è al contempo altrettanto difficile odiare. Ed è forse proprio questo il tratto dominante che emerge dalle immagini presenti in questa mostra.
La figura del generale Diaz è stata analizzata attraverso tre momenti salienti della sua carriera: ufficiale di Stato Maggiore, comandante di truppe e, infine, massimo responsabile dell’Esercito italiano. Attraverso una sequenza di immagini, anche cronologica, troviamo le esperienze [img_assist|nid=15450|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=398]precedenti la grande guerra, in particolare la sua presenza alle grandi manovre del 1909 e la presenza in Libia nel 1912 al comando del 93° Reggimento “Messina”. Si passa poi alla Prima Guerra Mondiale che lo vede dapprima Capo Reparto Operazioni del Comando Supremo, poi comandante della 49a Divisione e del XXIII Corpo d’Armata che operavano sul Fronte dell’Isonzo, in particolare sul Carso.
La terza sezione, infine, indaga il ruolo di Diaz come Comandante Supremo mettendo in luce la peculiarità della sua azione nella riorganizzazione e nell’ammodernamento dell’esercito, ma anche la specificità del suo comando basata su una efficiente ripartizione dei compiti tra gli ufficiali superiori, sulla necessità di una loro preparazione che li mettesse in grado di comprendere le necessità dei sottoposti, sulla gestione dei rapporti con gli alleati mediando anche esigenze, e ingerenze della politica nella gestione delle operazioni belliche, su un attento uso della propaganda.
Musei Provinciali di Gorizia, Borgo Castello, 13 - GORIZIA
A cura di Paolo Pozzato e Alessandra Martina
Vernissage: mercoledì 29 ottobre, alle ore 18:00
Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia
Roberta Demartin, Vicepresidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Gorizia
Col. Matteo Paesano, Presidente della Commissione Italiana di Storia Militare e Capo dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa
Fulvio Salimbeni, Docente di Storia Contemporanea dell'Università di Udine, sede di Gorizia
Raffaella Sgubin, Sovrintendente dei Musei Provinciali di Gorizia
Alessandra Martina, Conservatore dei Musei Provinciali di Gorizia
Orario: 9–19, lunedì chiuso
Con il contributo di
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Biglietti: Intero 3,50 ridotto 2,50
Info: tel. 0481.533926