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Dire a volte l’indicibile: i Musei provinciali di Gorizia rendono omaggio a Mario Di Iorio nel decennale della sua scomparsa

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[img_assist|nid=23749|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]GORIZIA –  Inaugura venerdì 18 settembre, nella sede dei Musei provinciali di Gorizia a Borgo Castello, Dire a volte l’indicibile – La grande pittura, un articolato e affettuoso omaggio all’artista Mario Di Iorio, nel decimo anno della sua scomparsa: un percorso espositivo in quattro tappe, curato da Francesca Agostinelli con Claudio Mrakic, Franco Spanò e Paolo Figar per dischiudere e ritrovare la personalità artistica e le radici di una preziosa ispirazione artistica, prematuramente arrestata e custodita in diversi spazi e collezioni del territorio.

Intorno a queste premesse si enuclea il progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura della Provincia con i Musei provinciali di Gorizia, realizzato in sinergia con la Biblioteca Statale Isontina e il Comune di Cervignano del Friuli, in collaborazione inoltre con l’Associazione Culturale Prologo, il Circolo ARCI n.a. di Cervignano del Friuli. e si snoda attraverso quattro rassegne espositive da luglio 2009 a gennaio 2010. Il progetto, che ha preso avvio le scorse settimane, nella Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, con Le carte nascoste, proseguirà con la mostra allestita nella sede di Borgo Castello dei Musei Provinciali di Gorizia, Dire a volte l’indicibile – La grande pittura è un’occasione preziosa per ricordare e onorare l’artista, ma anche per contribuire alla definizione più complessiva della sua figura attraverso un percorso che sarà dedicato alla grande pittura che ha caratterizzato gran parte della stagione creativa di Mario Di Iorio.

Come spiega Roberta Demartin, Assessore alla Cultura e Istruzione della Provincia di Gorizia, abbiamo ritenuto doveroso, nel decennale della sua morte, ricordare Mario Di Iorio, promuovendo una serie di eventi che si snodano lungo tutta la seconda parte dell’anno e che sono frutto di un lavoro in sinergia tra vari enti. L’idea di dedicare una mostra a Mario Di Iorio si è concretizzata nei mesi scorsi, in seguito ai contatti intercorsi con i familiari per la campagna di acquisizione opere intrapresa dalla Provincia di[img_assist|nid=23750|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=434] Gorizia negli ultimi due anni, a vantaggio del patrimonio artistico contemporaneo dei Musei Provinciali. La scelta di acquistare un’opera di Mario Di Iorio per il Museo andava proprio nel senso di un riconoscimento alla qualità artistica del suo lavoro. Ricordare Di Iorio è da un lato dare atto della sua riconosciuta grandezza e, dall’altro, cogliere la provocazione che con grande senso etico egli ha lanciato. Quattro mostre, diverse ovviamente, che si compendiano l’una con l’altra. La Provincia di Gorizia ha ritenuto anche di farsi carico della pubblicazione di un catalogo unico che comprenda tutti e quattro gli eventi espositivi, diventando così una vera e propria monografia, utile strumento per veicolare la figura di questo artista ad appassionati e studiosi.

Nelle sale del Museo di Borgo Castello sarà trattata principalmente la pittura di grandi dimensioni, attraverso l’esemplarità di una ventina di opere su tela. Ai brani già noti, esposti o pubblicati nei cataloghi delle mostre più recenti, si affiancheranno brani inediti provenienti dall’archivio della famiglia dell’artista a completare l’immagine della pittura di Mario Di Iorio. Parlare di “grande pittura”, in Mario Di Iorio, non significa semplicemente presentare i lavori come presenze in senso dimensionale, quanto, piuttosto, affrontare un nodo creativo di cui lo stesso autore ci indica un avvio preciso, che nella sua stessa testimonianza di si pone come “problema”, come questione sofferta, “paurosa”.

La pittura di grandi dimensioni ha per Di Iorio inizio a Venezia, nell’aula “incandescente” di Emilio Vedova che lo introduce a una ricerca intesa come “avventura pericolosa”, immediatamente accolta dal giovane artista senza reticenze, in modo intenso, viscerale, totalizzante. Egli usciva dall’esperienza dell’Istituto d’arte di Gorizia dove aveva frequentato le

lezioni di Cesare Mocchiutti, pittore sui cui insegnamenti si formerà una generazione di artisti isontini. Di Iorio aveva esposto in alcune rassegne e già dal 1975, aveva 17 anni, le sue opere erano state oggetto di personali che avevano messo in luce qualità premiate e riconosciute in diversi concorsi a livello regionale. Nel 1982, a ventiquattro anni è all’Accademia di Venezia, sotto la guida di Emilio Vedova, dove si appresta ad imprimere una svolta significativa alla sua

ricerca. In quell’aula Di Iorio ha iniziato, intorno al segno, la conoscenza dei grandi maestri.

Sono Picasso, Van Gogh, Munch, Schiele i riferimenti storici che Vedova considera fondamentali per i suoi allievi e su cui,  nelle parole di Mario, “dava lavoro” agli studenti per una formazione che contemplasse un aspetto creativo sostenuto dalla consapevolezza della grande pittura moderna. A Venezia Mario Di Iorio chiude in modo definitivo il percorso legato alle “Geometrie”, brani rigorosi di piccolo e medio formato, che hanno caratterizzato la sua ricerca precedente, peraltro segnata dalla presenza di alcune carte dipinte in cui la libertà del gesto si esprime già nella sua irruenza e nella sua forte fluidità, ad indicare una propensione che troverà idealità e diverrà scelta precisa negli anni veneziani, conservando tuttavia il senso strutturale e la lucidità iconica.

Ideale integrazione della mostra promossa a Borgo Castello sarà, dal 2 al 16 ottobre 2009, il percorso curato dall’Associazione Culturale Prologo (nella sede di Gorizia in via Ascoli 8/1), ad approfondimento dei contenuti e dei temi affrontati dalla pittura di Mario Di Iorio, per indagare le fasi in cui l’artista ha distolto lo sguardo dalla sua profonda ricerca formale, dedicandosi alla rappresentazione del paesaggio. 

[img_assist|nid=23751|title=|desc=|link=none|align=left|width=474|height=640]Attraverso una decina di opere su tela, carta e scultura, verranno proposti al pubblico momenti inediti in cui traspaiono gli insegnamenti dei maestri e si intravedono i legami con la pittura locale. Prosegue e completa il progetto sull’artista, dal 13 dicembre al 6 gennaio 2010, l’esposizione di Cervignano del Friuli (Centro Civico), a cura di Francesca Agostinelli con Orietta Masin, volta ad approfondire il rapporto Tra segno e gesto, così come si è andato definendo nell’arte di Mario Di Iorio a seguito dell’esperienza veneziana (1982-‘85).

Nelle tre luminose sale del Centro Civico, che dal 2006 accolgono nell’ultimo mese dell’anno l’arte pittorica del ’900 dei grandi maestri della nostra Regione, troverà collocazione una sequenza di opere dal segno incisivo e perentorio, pronto ad assumere l’ampiezza del gesto e migrare, nei mezzi, dallo stilo al pennello sconfinando nel coinvolgimento corporeo.

In occasione della mostra allestita ai Musei Provinciali di Gorizia, sabato 18 settembre, verrà ufficialmente presentato il catalogo che comprenderà tutte e quattro le esposizioni che avranno luogo da luglio 2009 a gennaio 2010. Il catalogo, curato da Francesca Agostinelli con Franco Spanò e Paolo Figar, avrà anche un contributo di Claudio Cerritelli docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera che è stato collega di Mario di Iorio quando questi insegnava a Brera. Cerritelli è stato relatore della tesi di laurea di Emanuela Galli su Mario Di Iorio ed è un conoscitore della cultura artistica del nostro territorio. È autore, tra l’altro, della monografia su Carlo Ciussi per il Museo Revoltella e di quella su Luciano Ceschia

Mario Di Iorio nasce a Tarvisio nel 1958. Si forma presso l'Istituto d'Arte "Max Fabiani" di Gorizia sotto la guida di Cesare Mocchiutti, quindi presso l'Accademia di Venezia dove ha per maestro Emilio Vedova. Conclusi gli studi, insegna Anatomia presso l'Accademia di Venezia, quindi riveste la cattedra di Assistente di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Muore suicida a Gorizia il 9 luglio 1999. Diverse mostre sono state dedicate all'artista dopo la sua Mario Di Iorio scomparsa. Tra queste ricordiamo, nel 2001, l'ampia retrospettiva presso la Galleria Regionale d'Arte Contemporanea "Luigi Spazzapan" di Gradisca d'Isonzo. Nell'A.S. 2003-2004 Emanuela Galli ha discusso la tesi "Mario Di Iorio, la forma del sentimento" presso

l'Accademia di Belle Arti di Brera. Relatore prof. Claudio Cerritelli.

La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia con i Musei Provinciali, e realizzata in sinergia con la Biblioteca Statale Isontina e il Comune di Cervignano del Friuli, in collaborazione inoltre con l’Associazione Culturale Prologo, e il Circolo ARCI n.a. di Cervignano del Friuli.

Dal 18 settembre all’ 8 novembre 2009

Musei Provinciali, Borgo Castello - GORIZIA

Dire a volte l’indicibile. La grande pittura

Omaggio a Mario Di Iorio nel decimo anno della sua scomparsa

A cura di Francesca Agostinelli

con Claudio Mrakic, Franco Spanò e Paolo Figar

Oaganizzazione: Provincia di Gorizia, Assessorato alla Cultura, Musei Provinciali di Gorizia

in collaborazione con

Associazione Culturale Prologo, Biblioteca Statale Isontina, Comune di Cervignano del Friuli - Assessorato alla Cultura, Circolo ARCI n.a. Cervignano

Vernissage: venerdì 18 settembre, alle ore 18:00