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Eliahu Inbal dirige la Quinta e la Settima Sinfonia di Dvo?ák al Teatro La Fenice

Classica
[img_assist|nid=10645|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130] VENEZIA - Sabato 20 febbraio 2010 alle ore 20.00  e domenica 21 alle 17.00 al Teatro La Fenice Eliahu Inbal dirigerà l’Orchestra ed il Coro del Teatro La Fenice in un concerto – il quinto della Stagione sinfonica 2009-2010 – interamente dedicato ad Antonín Dvo?ák, in prosecuzione di un ciclo iniziato lo scorso anno con l’Ottava e la Nona Sinfonia e il Concerto per violino. In programma la Sinfonia n. 5 in fa maggiore op. 76, del 1875, e la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70, del 1885. La pomeridiana di domenica 21 febbraio rientra nell’iniziativa «La Fenice per la città», rivolta ai residenti nel comune di Venezia in collaborazione con le Municipalità del Comune, ed è inoltre in abbonamento nella XIV Stagione di musica sinfonica e da camera di Mestre, in collaborazione con gli Amici della Musica di Mestre.Il concerto sarà seguito, a distanza di una settimana, da un secondo concerto diretto da Eliahu Inbal, in programma al Teatro Malibran il 27 e 28 febbraio 2010 con musiche di Robert Schumann e Anton Bruckner.Composta tra il giugno e il luglio del 1875 e dedicata a Hans von Bülow, con Hanslick e Brahms convinto sostenitore del trentaquattrenne compositore boemo, la Sinfonia n. 5 di Antonín Dvo?ák fu eseguita per la prima volta a Praga il 25 marzo 1879 sotto la direzione di Adolf Cech. Anche se solo con la Sesta, del 1880, l’editore Simrock si decise a pubblicare una sua sinfonia, la Quinta rappresenta un importante passo avanti nell’evoluzione del linguaggio musicale del compositore boemo, per gli echi di ritmi e melodie popolari, per la grande fantasia nell’orchestrazione e l’abilità di giocare sui contrasti timbrici, e per l’architettura formale e il trattamento tematico (basato sulla continua rielaborazione di piccole cellule) che mostrano l’influenza esercitata in quel periodo da Brahms. Articolata in quattro movimenti, la sinfonia ha talora ricevuto l’appellativo di «pastorale», in particolare per la tonalità (fa maggiore, come la Sesta di Beethoven) e il carattere arioso e primaverile del primo movimento, il cui tema principale ritorna anche nelle ultìme battute del, Finale.Dopo che la Sesta segnò il culmine del tentativo dvo?akiano, splendido e ingenuo al tempo stesso, di costruire ampi organismi sinfonici a partire da materiali popolari, la Settima segnò un’improvvisa sterzata verso moduli decisamente cosmopoliti, verso un brahmsismo rigoroso. Certamente, se Dvo?ák oscillò fra una completa adesione al proprio spirito ‘nazionale’ e l’assunzione di modi ‘colti’ e ‘tedeschi’, la Settima è fra le sue sinfonie quella che più nettamente guarda ai modelli colti, staccandosi dalla panica contemplazione del paesaggio boemo che regnava nella Sesta. Gli fu commissionata dalla Philharmonic Society in occasione della sua prima visita a Londra nel marzo 1884, e pare abbia richiesto un lavoro di elaborazione assai faticoso; completata nel marzo 1885, venne eseguita il 22 aprile alla St. James’s Hall. Priva di caratteri specificamente folkloristici (con la parziale esclusione dello Scherzo, una sorta di ‘danza slava’ in modo minore carica dell’irresistibile fascino nostalgico che Dvo?ák ha sempre saputo infondere a questo genere di composizioni), la Settima è dominata da un afflato tragico che si incarna principalmente nei due Allegri estremi, che condividono una struttura assolutamente analoga e studiata al fine di sottolinearne il carattere drammatico; per contro, il Poco adagio in fa maggiore si mantiene in uno stato d’animo lirico, caratterizzato da sospensioni temporali e dagli intrecci di sonorità dei fiati.Così, pur senza tradire se stesso, Dvo?ák si fissò colla Settima sul solco di Brahms, e per ciò stesso nella continuità di una tradizione sinfonica ‘alta’; con l’Ottava e la Nona (Dal nuovo mondo) avrebbe poi dimostrato come fosse possibile, raggiunto questo stadio, ritornare al contesto nazionale, ripensato col dovuto distacco, e operare una sintesi fra ambiti che parevano inconciliabili. Eliahu InbalMaestro concertatore e direttore d’orchestra. Nato in Israele, inizia gli studi alla Jerusalem Academy e prosegue la sua formazione a Parigi, Hilversum e Siena con Franco Ferrara e Sergiu Celibidache. A 26 anni vince il Concorso Cantelli iniziando un’importante carriera internazionale alla testa delle maggiori orchestre europee, statunitensi e giapponesi, con inviti regolari nei principali festival internazionali. Direttore [img_assist|nid=10646|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=640]principale dell’Orchestra del Teatro La Fenice dal 1984 al 1987, lavora in ambito operistico nei teatri di Monaco, Amburgo, Verona e al Festival di Glyndebourne, dirigendo inoltre numerose nuove produzioni a Parigi e Zurigo. In campo sinfonico è dal 1974 al 1990 direttore musicale della Radio-Sinfonie-Orchester di Francoforte, di cui diventa direttore onorario nel 1995 e con la quale dirige in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone ed effettua apprezzate incisioni dei cicli sinfonici completi di Mahler, Bruckner, Berlioz, Schumann, Berg, Schoenberg, Webern e Brahms. Altrettanto apprezzate sono l’integrale raveliana con l’Orchestre national de France, cicli di lavori di Dvo?ák e Stravinskij con la Philharmonia Orchestra di Londra, l’integrale delle sinfonie di Šostakovi? con i Wiener Symphoniker, i lavori orchestrali di Bartók e i poemi sinfonici di Richard Strauss con l’Orchestre de la Suisse Romande. Dal 1995 al 2001 è direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, dove nella stagione 1997-1998 dirige una serie di esecuzioni in forma di concerto del Ring di Wagner che gli valgono il Premio Abbiati e il Premio Viotti. Con l’Orchestra della Rai si esibisce in Europa e America Latina. Dal 2001 al 2006 è direttore musicale della Berliner Sinfonie-Orchester (che dirige regolarmente dal 1992), con cui effettua tournée in Cina, Corea, Giappone e Spagna. Nominato nel 1990 Officier des Arts et des Lettres dal governo francese, nel 2002 è insignito a Vienna del Goldenes Ehrenzeichen e nel 2006 a Francoforte della Goethe-Plakette e dell’Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca. Dal 2007 al 2009 è stato direttore musicale della Fondazione Teatro La Fenice (dove ha diretto Elektra, Boris Godunov, il dittico Von heute auf morgen - Pagliacci, Die tote Stadt e numerosi concerti sinfonici) e dal 2008 è direttore principale della Tokyo Metropolitan Orchestra e della Filarmonica Ceca.   XXIV Stagione di Musica Sinfonica e da Camera 2009 - 2010 Sabato 20 febbraio 2010, ore 20:00 e  domenica 21 febbraio 2010, ore 17:30 Teatro La Fenice, Campo San Fantin, 1965 - VENEZIA L'Orchestra del Teatro la Fenice Direttore Eliahu Inbal esegue A. Dvoràk,   Sinfonia n. 5 in Fa maggiore op. 76, B. 54 Sinfonia n. 7 in Re minore op. 70, B. 141 Info: www.teatrolafenice.it