54. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia - Illuminazioni
Dal 4 giugno al 27 novembre 2011
Padiglione della Repubblica di Slovenia
Mirko Bratuša - Heaters for Hot Feelings
Lo scultore Mirko Bratuša si presenterà al pubblico con il progetto Caloriferi per calde emozioni, un’installazione di sculture composta da dieci corpi, alcuni antropomorfi ed altri attinenti il mondo vegetale, collegati in rete mediante condutture. L’alimentazione interna, invisibile, riscalderà, umidificherà e raredderà le statue in terracotta. Con la refrigerazione delle componenti antropomorfe il calore sarà convogliato alle altre per riscaldarle, instaurando così una rete di collegamenti quale sistema dei corpi artistici, che indica una mutua dipendenza. Il messaggio metaforico del sistema artistico così instaurato è universalmente applicabile alla società moderna, nella quale tutto accade come risultato di mutue relazioni: l’arricchimento di una parte del mondo significa povertà da un’altra parte, lo sfruttamento della natura causa catastrofi naturali, i tumulti sociali, sostenuti dai social network cambiano i sistemi politici.
Le statue di Mirko Bratuša sono rapite in dierenti stati emozionali, sono apparizioni scultoree fantastiche e stravaganti dall’umorismo sottile. Ammiccando ai fenomeni eccentrici derivanti dalla tradizione cattolica occidentale comunicano una nota esotica familiare all’osservatore. Per raggiungere un grado più alto di empatia sono composte da terracotta, materiale estremamente tattile estrapolato dai rapporti di mercato. Sono tattili e calde, ed illustrando la psicosi del quotidiano narrano del nostro senso di smarrimento nella cultura contemporanea, quando pare di non poter più influire sulla politica e sui rapporti sociali di forza, ed anche dell’impossibilità di arrestare il processo di distruzione della natura. Per questo Bratuša suggerisce di ritornare alla percezione elementare, al mondo della sensibilità perduta.
Mrko Bratuša, nato nel 1963 Negova, vive ed opera correntemente a Ljubljana/Lubiana. Laureatosi nel 1989 all’Accademia di belle arti di Ljubljana/Lubiana, si è quindi specializzato dal 1990 al 1992 all’Accademia di belle arti di Monaco di Baviera e nel 1993 all’Accademia artistica di Düsseldorf presso il prof. Tony Cragg. Sempre nel 1993 ha concluso lo studio post laurea all’Accademia di belle arti di Ljubljana/Lubiana presso il prof. Lujo Vodopivec. Dal 1997 è docente presso la Sezione di pedagogia figurativa della Facoltà di pedagogia di Lubiana in veste di professore straordinario di scultura. Mirko Bratuša si annovera nella generazione di scultori sloveni, denominata “la nuova scultura slovena” che, a modello della “nuova scultura britannica”, si è messa in luce alla fine degli anni ’80. La scultrice più nota di questa generazione a livello internazionale è Marjetica Potr?, mentre tra i continuatori del movimento vale citare Tobias Putrih (entrambi hanno già esposto alla Biennale di Venezia). Mirko Bratuša invece, con il suo umorismo ed il fascino rilevato ai materiali, si distingue in maniera atipica dalla generazione. L’irrequieto spirito votato alla sperimentazione di Mirko Bratuša utilizza la combinazione insolita delle “vecchie” materie scultoree, dell’argilla, del legno e del bronzo con i nuovi materiali tecnologicamente prodotti, come il poliuretano, il kerrock, gli impianti elettrici ed i sistemi di refrigerazione. Le sue figure antropomorfe, caratteriali e personificate, sono allegorie sociali che hanno già vissuto una serie di trasformazioni, dai sonnambuli ai dottori, ai dirigenti, ai monumenti, agli isolati, agli anonimi, alle sculture ordinarie, ai santi ed agli ipocriti, come le ha denominate l’artista dal 1993 in poi. Bratuša le colloca ormai dal 1992 nell’ambito di installazioni scultoree sovente interattive, che comprendono insoliti trucchi tecnologici. Nelle sue opere l’onnipresente umorismo che indica le sue figure automatizzate come ironico futuro “migliore” della società post umana. Mirko Bratuša è anche quello scultore sloveno che verso la fine degli anni ’90 ha inteso lanciare con il concetto dell’antimonumento una provocazione alla società slovena. Si occupa attivamente anche della problematica del nuovo concetto dell’atelier artistico, che diviene laboratorio di ricerca, nel quale l’artista, seppure laico in determinati segmenti tecnici e professionali, sperimenta con procedure e sostanze. Nell’ambito delle sue numerose personali vale ricordare le recenti esposizioni al Círculo de Bellas Artes, di Madrid (2005); alla Galleria Glesia, di Ljubljana (2006) ed alla Museo d’Arte Božidar Jakac, di Kostanjevica na Krki. Per l’esposizione al Círculo de Bellas Artes, di Madrid l’artista è stato insignito nel 2006 in Slovenia del prestigioso Premio del Fondo Prešeren. Nel 2003 Bratuša è stato scelto per esporre nell’ambito della collettiva dal titolo The Different Same al Shanghai Duolun Museum of Modern Art di Shanghai.