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Il file non può essere creato.

Daniela Albanese - Scissors

La perfezione è bella ma è stupida
bisogna conoscerla ma romperla.
La combinazione tra regola e caso
è la vita, è l’arte
è la fantasia, è l’equilibrio.
Bruno Munari, Verbale scritto, 1992

L’arte è una cosa privata.
L’artista lo fa per se stesso.
Manifesto Dada, 1918

La scelta del collage è un’attestazione di fiducia nella bidimensionalità: non è detto che un oggetto per essere vero debba essere tridimensionale. Le forbici prendono il posto della matita, del pennello. Recidendo il legame fisico, vengono meno i rapporti con ciò che precede e definisce l’oggetto e si apre un mondo di infinite possibilità. Materia per una prima selezione sono riviste, manifesti, materiale di recupero. Alla base del processo comunicativo una semplice quanto disarmante constatazione: la precisione nel fare le cose le rende comunicabili.
Le serie, le collezioni di ritagli si sviluppano secondo tre direttrici fondamentali - il tema, le forme, la cromia - e diventano la base per future combinazioni compositive. Le qualità dell’elemento selezionato non sono qualità di per sé, ma lo diventano in un momento successivo, frutto di sperimentazioni continue, di combinazioni e ricombinazioni in una sequenza di prove ed errori, tentativi, limiti posti da problemi pratici. Primo tra tutti l’adesione a un supporto - alternativamente compensato, cartoncino, tela - e alle sue dimensioni. Le forme, tornate semplici, elementari, acquistano un senso nuovo accanto ad altre. L’impossibilità di modificare l’oggetto così come lo si è ritagliato diventa la chiave fondamentale per avviare il processo creativo, in cui la volontà di realizzare un ordine e un’armonia che siano “dettati” dagli elementi compositivi si mescola alla pura casualità.
Un gioco divertente: ogni ritaglio cerca il suo compagno riconoscendolo nell’elemento che, proprio in virtù di ciò che lo limita - la sua forma e la sua dimensione - si qualifica come tale, emergendo dal caos. Un gioco astratto, in cui l’abbondanza dei ritagli da cui partire, sull’asse della selezione, è la principale fonte di ispirazione e garanzia di libertà. Un linguaggio che comunica attraverso l’equilibrio dei pieni e dei vuoti, impalpabile e fugace come nella mitologica raffigurazione dello Shiva danzante.
Un processo spontaneo, da cui pian piano sorgono e proliferano esseri surreali. Il doppio, la rima baciata, così frequente in queste composizioni, funge da conferma delle forme, che dialogano tra loro. La conoscenza diventa un riconoscimento che instaura l’armonia compositiva. Il gesto di posizionare nello spazio, il movimento, diventa l’atto creativo fondante il cui risultato non solo non è controllabile, ma non è neanche lo scopo principale dell’artista. La dimensione ludica non viene mai meno: non vi è nessun autocompiacimento, quanto piuttosto uno spiritoso mix compositivo, la cui gioia viene dal potersi costruire da sé i pezzi del proprio “meccano”.

Daniela Albanese ha frequentato l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (isia) di Urbino, diplomandosi con una tesi sull’illustrazione per l’infanzia. È stata allieva, tra gli altri, di Michele Provinciali che l’ha indirizzata alla composizione a collage. Attualmente svolge l’attività di grafico presso Marsilio Editori, Venezia.

Scheda Evento

Quando:
Dal 12 aprile al 7 maggio 2012
Location:
Il Vizietto, Campo San Stin - VENEZIA