Stagione Teatrale 2010-2011
Dal 22 al 24 febbraio 2011, ore 21:00
Il catalogo
di Jean Claude Carrière
adattamento e regia di Valerio Binasco
con Ennio Fantasstichini e Isabella Ferrari
Una produzione Star Dust International
Il Catalogo è una commedia delicata e divertente. Il suo titolo (almeno in Italiano ) si ispira al Don Giovanni di Mozart, e la ragione è tematica e musicale insieme: il dialogo scorre leggero e brioso come le ‘note bambine’ delle partiture settecentesche ; e il personaggio maschile si ispira -o almeno vorrebbe – al celebre seduttore . Questa commedia gioca con l’impossibile e con l’assurdo, e l’autore sembra divertirsi molto a mandare a gambe all’aria le nostre pretese di vivere in una realtà ‘normale’. Il tema narrativo è di quelli molto cari al teatro e al romanzo tardo novecentesco : l’impossibile incontro tra un uomo e una donna. Tanto più fatale, quanto più imprevedibile. Per salvarsi dall’impossibile amore, i personaggi i si aggrappano in modo quasi ossessivo alla verosimiglianza dei dialoghi e delle situazioni, ma solo per approdare a un’atmosfera di intimità senza scampo, e tuttavia leggera e primordiale, dove la realtà si rivela per quella che è : una specie di prigione dell’anima. Da quel momento in poi sembra un sogno, Il Catalogo. Sembra uno di quei film meravigliosi di certa Nouvelle Vague, che si accanivano a scoprire l’assurdo delle storie d’amore , e di quell’assurdo finivano per innamorarsi e farci innamorare. Tutto si gioca nel dialogo tra un solo uomo e una sola donna. Potremmo anche, forse, posporre l’aggettivo, e sono sicuro che non sbaglieremmo: Carriere ha scelto due persone tremendamente sole. Sole senza neppure essersene accorte. Le fa incontrare nel momento in cui la loro vita sembra ormai assuefatta a tanta solitudine. Personaggi tanto distanti – lei è una disordinata ed evanescente ‘ragazza con la valigia’ , alla Prevert, tenera e folle – lui , come si diceva, un Don Giovanni che nella vita ‘diurna’ fa il consulente legale, mimetizzandosi con l’umanità più normo-razionale che ci sia - potevano incontrarsi solo in forza di un equivoco. E così sarà. Luogo dell’equivoco : la casa di lui. Ma la sua casa è qualcosa di più di un semplice luogo – spazio scenico. E’ come se fosse un altro personaggio vero e proprio pure lei , anche se – ovvio – non parla. E’ ‘La Casa’, con le virgolette. E’ l’idea tutto sommato inquietante e pericolosa ( nel senso di infida ) che nell’immaginario collettivo specialmente femminile rappresenta La Casa Di Un Uomo. E lei – la protagonista- come in un sogno ci entra, se ne appropria, e con destrezza la ruba. E ‘ come se rubasse all’uomo l’idea stessa dell’intimità : così tranquilla , così disgustosamente maschile. E’ un po’ una nemesi : il mito di Don Giovanni vuole l’aria aperta. L’avventura non è mai pericolosa per lui, lo è –al contrario - solo la sua casa : se ci fate caso è proprio quando don Giovanni sta nella sua casa che si spalancano per lui le porte dell’inferno. Il vero don Giovanni odia stare al chiuso. I Piccoli e nevrotici don Giovanni moderni hanno invece belle casette che li salvano dall’avventura. E infatti in questa commedia - sto di nuovo parlando de Il Catalogo – l’Avventura è la donna. Lei rischia. Lei gioca il tutto e per tutto con la vita , anche quella degli altri. Lei è magicamente attratta dalla casa di lui, ci capita dentro per sbaglio ( ma chissà ? ) mentre cerca qualcun altro.
Nelle case degli altri c’è qualcosa di magico ed oscuro, che ci attira senza un perché. (Coloro che amano e cercano il ‘perché’ delle cose, dovranno imparare a farne a meno, nel corso di questa dolce e assurda commedia.) Ma lei non si accontenta di rubare l’intimità della casa di lui : trova anche il suo ‘segreto nascosto’, un semplice taccuino, su cui è scritto un catalogo. Scopriamo però qualcosa di tutt’altro che semplice : questo piccolo segreto è la prova che nel cuore di tutti noi c’è qualcosa di magico ed oscuro. C’è un segreto – bello o brutto non importa - che ci protegge dalla vita. Questo segreto è al sicuro dentro di noi , come noi dentro alle nostre case. L’Uomo di questa commedia è come noi, ha la sua vita normale e il suo segreto che lo protegge. Nessuno si stupirà se aggiungo : lo protegge dall’amore. E da cosa ci proteggiamo tutti ,sempre, sennò?
Come invece ‘sia’ la Donna di questa commedia, non si sa. Sembra immersa in qualcosa di segreto e tuttavia è forse la persona più limpida del mondo. Di lei sappiamo solo che ha scelto di vivere in modo opposto al ‘normale’ . E’ un personaggio magico che emana insieme luce e oscurità , qualcosa di infantile e insieme di già morto. Sembra davvero, come si diceva, una delle ragazze ‘con la valigia, le ‘ragazze sotto la pioggia’, disperate e mai tristi, che cantava Prevert, negli anni ribelli e floreali della nostra vita.
C’è un mondo segreto, meraviglioso e senza colpe, dentro di noi, e solo l’amore e il coraggio che l’amore sa donare possono liberarlo. Sembra solo un gioco crudele, ma è un gioco divino. Perché l’amore è un Dio. Un Dio che si nutre delle nostre storie, dei nostri giochi , delle nostre fughe inutili, e ci da in cambio l’unica vera bellezza della vita. Il terribile dio-bambino dell’amore si è certo molto divertito leggendo Il Catalogo.