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Pieri da Brazzaville

Stagione Teatrale 2011-2012

Pieri da Brazzaville

di Paolo Patui

regia di Gigi Dall’Aglio

aiuto regia Rita Maffei

con Maria Ariis, Gabriele Benedetti, Manuel Buttus, Sandra Cosatto, Fabiano Fantini, Alice Hubball, Rita Maffei, Giorgio Monte, Claudio Moretti, Daniel Samba

e con Matteo Bevilacqua, Ruth Astrid Klou Amoa, Gianni Lutumba, Ambroise N'guia Adon, Richard Mesu Wa Bana, Veronique To Houry Chnali, Denis Tomasino, Bernard Yao Della

scene/luci scene e costumi Emanuela Dall’Aglio

luci Marco Giusti

musiche e direzione ensemble Davide Pitis

eseguite dal vivo da Ensemble del Conservatorio “Jacopo Tomadini”

musicisti Angelica Groppi viola, Ludovica Burtone primo violino, Marco Venturini violoncello, Franco Feruglio contrabbasso, Davide Bertoni secondo violino, Carlo Pinardi clarinetto, Fabio Forgiarini corno, Carlo Casarin fagotto, Lida Sciavicco flauto, Cristina De Cillia oboe, Chiara Piomboni pianoforte, Giacomo Salvadori percussioniMichele Gallas tenore

aiuto scenografa e pittore decoratore Luigina Tusini

parrucche effe-emme-spettacoli sartoria "Sartilegio" di Cristina Moret

equipe tecnica e costruttori Michele Pegan, Valeria Bertozzi, Massimo Teruzzi

un ringraziamento ad Alberto Luchini per la consulenza alle traduzioni produzione

Una produzione Farie Teatrâl Furlane con il sostegno di Provincia di Udine/ARLeF/Fondazione CRUP produzione esecutiva CSS Teatro stabile di innovazione del FVG

spettacolo in lingua friulana sopratitolato in italiano

Cosa può esserci di friulano in un ufficiale nato a Roma, naturalizzato francese, immerso per anni nelle foreste d’Africa? Eppure la figura di Pietro Savorgnan di Brazzà racconta al mondo più Friuli di quanto si possa immaginare. Racconta gli umori di una terra che il luogo comune vuole piccola e chiusa, sebbene tanti dei suoi figli si siano sparsi nel mondo non per necessità ma per curiosità. Pietro è figlio di questa curiosità e percorrerne la vita è la sfida di questa terza avventura friulana - e in friulano - che Paolo Patui divide con Gigi Dall’Aglio. Una danza tribale dove sarà il Friuli ad abbracciare il mondo e non a rifiutarlo avendone paura. PIERI, UNA FIGURA NECESSARIA Come ho saputo dell’esistenza di Savorgnan di Brazzà? Un libro di storia in francese per scuole superiori africane scritto in collaborazione tra storici francesi e togolesi. L’ho acquistato in Africa per decentrare il mio punto di vista su quel mondo. In un paragrafetto si parlava brevemente di un esploratore il cui comportamento era contrario a quello di Stanley. Ho notato solo un nome bizzarro. Chiedo a un giovane attore africano di Lomè se conosce un esploratore italiano con un nome strano e che era antagonista di Stanley. «Ah, sì, lo scalzo, il fondatore di Brazzaville». E così il nome mi si è fissato nella memoria (almeno Brazzà, più qualcosa che finiva per “gnan”). Poi un giorno in una libreria di Udine ho visto in vetrina la copertina di un libro dove appariva un bel volto maschile incorniciato da una barba nera. Un volto sereno, ma dallo sguardo dolente e penetrante molto simile a quello di un attore friulano con cui avevo lavorato. Leggo: Pietro Savorgnan di Brazzà: esploratore leggendario. «Toh, chi si rivede», penso. Chiedo a Paolo Patui se conosce questo personaggio. «Eeeeh, mi fa lui, è uno dei grandi furlan ator pal mont». C’è un pizzico d’ironia in quella definizione che si presta sia a definire l’emigrante e in egual misura il viaggiatore o l’ imprenditore, accomunati un una sorta di diaspora percepita dal comune sentire friulano. Studiandolo sento il peso di questo personaggio che, se pure molto assente dal Friuli, porta il carico dell’educazione di una famiglia che nella regione si è fatta storia, carne e nervi. Scopro il valore mitico di questa figura che tutti, più o meno superficialmente, conoscono, ma di cui ancora discutono nei termini dell’eterno conflitto locale tra posizioni di chiusa e autistica conservazione o di coraggiosa e quasi provocatoria capacità di adattamento, l’ una e l’ altra posizione sempre comunque sorretta da una cocciuta determinazione. Quando si decide di trasportare questo personaggio nel rito della scena teatrale, ci accorgiamo che la forza del suo mito sta nel fatto che tutti, in Friuli, in Francia, in Africa, parlano di lui come se i suoi valori e il suo stile non fossero confinati ad un dibattito del passato. «Ci insegna come conoscere gli altri», «E’ un sognatore, ha mancato di senso pratico», «E’ il grande padre bianco», «Quello che ha fatto è d’esempio per tutti», «Se tutti facessero come lui...ahi, ahi», ecc. E tutti suoi discendenti parlano di lui con quella stessa passione e trasporto che si applica a quei fatti e a quelle persone che, con la loro presenza, esercitano il potere di incidere sui nostri comportamenti attuali. Sulla scena si può raccontare la sua vicenda, ma non basta, sfugge sempre per la tangente. Si può monumentalizzare la sua figura, ma sarebbe ingeneroso per la ricchezza delle implicazioni dei suoi rapporti più privati. Si potrebbe spostare lo sguardo sul valore antropologico della sua “calata” nel mondo dell’Altro, ma resterebbe orbo del suo senso di appartenenza Si potrebbe speculare sul senso politico attuale del suo percorso, ma sarebbe riduttivo. Lo si potrebbe cantare, liberi da ogni dovere di genere, ma verremmo meno ad un sia pur esile bisogno di conoscenza da parte di quel mondo che avendolo espresso, ora, col teatro, lo interroga. Così lo abbiamo affrontato in tanti modi procedendo nella storia più per richiami analogici che logici, suggerendo un puzzle di situazioni e di lingue che vengono espresse nel modo teatralmente più consono al momento evocato e con una conseguente varietà di generi e di tecniche che gli attori sulla scena devono percorrere. Teatro dunque d’immedesimazione, teatro borghese, teatro epico, didattico, grottesco, teatro fisico, corporale, teatro lirico e strumentale, che in una dimensione di divertita ludica leggerezza cerca di mantenere leggibili le coordinate che fanno di Pieri una figura necessaria per la cultura friulana e per il mondo.

Scheda Evento

Quando:
Lunedì 30 gennaio 2012, ore 21.00
Location:
Teatro Pasolini, Piazza Indipendenza 34 - Cervignano del Friuli (UD)
Contatto:
Biglietteria Teatro Pasolini
Tel.:
0431 370273
CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia 0432 504765