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Tin Piernu - fotografo di Tercimonte

Dall'8 al 28 febbraio

Presentazione del libro e apertura della mostra Tin Piernu - fotografo di Tercimonte
interverranno Roberto Del Grande, Meta Krese

in collaborazione con ZTT-EST Editoriale stampa triestina e Libreria triestina-Tržaška knjigarna

Questo libro è stato pensato come una necessaria ricapitolazione delle attività promosse dal Centro studi Nediza a partire dal lascito fotografico di Valentino Trinco – Tin Piernu, da quando, nel 2003, la famiglia ha messo a disposizione dell’associazione gli oltre mille negativi dell'archivio fin qui conservatisi.
Dopo 30 anni dalla data di fondazione, è stata proprio la “riscoperta” di quelle fotografie a imprimere al Centro una direzione netta verso il recupero e lo studio delle tracce fotografiche (e cinematografiche) familiari e amatoriali riguardanti le Valli del Natisone, questo tormentato territorio di confine che è per vocazione il cuore delle nostre iniziative e ricerche.
Ci piace quindi pensare che Tin Piernu sia stato il nume tutelare di questi ultimi anni di intensa attività nei dintorni della fotografia, attività che si è svolta tappa dopo tappa, per così dire, sotto il segno del fotografo di Tercimonte.
Il proposito, in questo volume, è quello di affrontare in modo organico il lascito fotografico di Tin Piernu, evidenziandone le caratteristiche e i principali filoni tematici e mettendo in luce i diversi aspetti, che nel tempo sono venuti sempre più precisandosi, della pratica fotografica dell’autore e del suo ruolo sociale in seno alla comunità di paese in cui viveva.
Il volume riassume al contempo i passaggi principali del percorso svolto in quasi un decennio dal Centro studi Nediza in compagnia delle fotografie di Tin Piernu.

Questa storia ha inizio con l’allestimento della prima mostra alla Beneska galerija di San Pietro al Natisone nel 2003 – Tin Piernu, uomo dal cuore generoso – mostra nata sull’onda dell’entusiasmo per il “ritrovamento” di quel giacimento fotografico. Si componeva di 35 ingrandimenti (la cui selezione peccava forse di un eccesso di spontaneismo), attraverso i quali si intendeva raccontare la vita di un paese delle Valli del Natisone alla metà del Novecento, vista e vissuta “da dentro”, senza filtri ideologici o concettuali. Per noi infatti, il fascino di quelle fotografie e la loro importanza “documentaria” derivavano, in buona misura, dal fatto che il loro autore era stato protagonista e partecipe in prima persona del mondo che in esse aveva voluto rappresentare.
Molte di quelle fotografie sono pubblicate nel presente volume e, insieme ad altre inedite, ne compongono la prima parte. Qui viene tratteggiato anche il quadro storico e sociale in cui collocare la vita e l’opera di Tin Piernu, con un excursus riassuntivo del fenomeno che, in diverse fasi e con diverse modalità, ha più di altri condizionato la realtà dei paesi delle Valli del Natisone: l'emigrazione.

La seconda mostra – Ritratti – del 2004, si focalizzava su quello che, per quantità e qualità, è l’aspetto più rilevante dell’attività fotografica di Tin Piernu, quello che ne chiarisce meglio la funzione all’interno della comunità. Con Ritratti si volevano anche creare dei momenti di condivisione del ricordo, di racconto corale, di coinvolgimento popolare, sperimentando il ruolo di legante sociale che la fotografia può esercitare in una comunità circoscritta: specchio in cui le persone possono ritrovare frammenti della propria esistenza e palinsesto su cui scrivere e riscrivere biografie individuali, tracciando i contorni, sfumati e sfuggenti, della storia collettiva di un luogo.
Emblematica, a tal proposito, l’esposizione dell’estate 2005 nella canonica di Tercimonte, paese natale di Tin Piernu, le cui stanze nel periodo di apertura della mostra si erano trasformate in una sorta di affollato ufficio dell’anagrafe. In quei momenti, la bidimensionalità dell’immagine in cornice diventava il tramite per addentrarsi nella profondità molteplice, talvolta contraddittoria, del racconto, come se nelle fisionomie delle persone fosse impressa la mappatura narrativa di un’area geografica, con tutte le sue lacune e stratificazioni.
Nella stessa occasione, il fotografo udinese Luca Laureati – autore delle stampe di entrambe le mostre di Tin Piernu – realizzava una nuova serie di ritratti con l’intento di scandagliare i mutamenti intervenuti nel “paesaggio umano” di quel territorio, serie che è poi confluita nella grande mostra Dialog, composta da quasi cento fotografie.
In essa, le due serie fotografiche realizzate negli stessi luoghi a distanza di cinquant’anni, venivano poste a confronto e, appunto, in dialogo: dopo la “prima” a Cividale del Friuli nel 2005, nel 2006 Dialog è stata ospitata anche negli spazi rinnovati del prestigioso Museo etnografico sloveno di Lubiana.
La parte centrale e più cospicua di questo volume è quindi dedicata ai ritratti in posa. Nel saggio introduttivo di Roberto Del Grande l’attività fotografica di Tin Piernu viene interpretata nel quadro di una più ampia storia della fotografia per autori.

In tempi più recenti, l’osservazione dell’archivio Tin Piernu nella sua totalità, ha portato a considerare alcuni aspetti che in un primo tempo erano stati trascurati e che adesso invece ci appaiono particolarmente stimolanti: parliamo degli “scarti”, degli “errori”, delle fotografie “sbagliate” e di quelle che nel corso del tempo si sono deteriorate.
Questi aspetti, oltre a mettere in luce alcune pratiche fotografiche di Tin Piernu – anche le sue fruttuose imperizie –, la labilità del materiale sensibile e la fragilità del suo supporto, portano a compiere delle considerazioni inerenti più propriamente alla “specificità del fotografico”.
Di questo tratta il breve, intenso saggio conclusivo di Andrea Schincariol, che è anche un invito a guardare queste fotografie – tutte le fotografie – in modo inventivo, a lasciarsi incantare dalla loro intrinseca bellezza.

Scheda Evento

Location:
Libreria triestina-Tržaška knjigarna, via S. Francesco, 20 - TRIESTE