UDINE – Toccherà all’attore Fabrizio Gifuni il compito d’inaugurare, lunedì 10 maggio al Teatro Nuovo, la quarta edizione dell’atteso laboratorio Viaggio del testo. Reduce dal grande successo televisivo di C’era una volta la città dei matti, e recentemente applaudito proprio al Teatro Nuovo con I kiss your hands, Gifuni sarà protagonista dell’incontro d’apertura: la conversazione Leggere ricreando, animata assieme a Marisa Sestito (curatrice del Viaggio del testo e docente di Letteratura inglese all’Ateneo friulano) e Roberto Canziani (critico teatrale e docente di Storia del Teatro all’Ateneo friulano).
L’appuntamento, ricordiamo, è fissato alle 18 e si svolgerà a ingresso libero.
Dopo il successo delle prime tre edizioni, il Teatro Nuovo ripropone dunque il laboratorio di traduzione teatrale e lettura interpretativa Viaggio del testo, importante capitolo di collaborazione tra il “Giovanni da Udine” e l’Università degli Studi di Udine: un’ouverture pomeridiana, quella di lunedì 10, e quattro intense giornate che ruoteranno, fino al 14 maggio, attorno al tema Dickens e l’oscura passione della lettura.
Il Viaggio del testo – spiega Marisa Sestito – giunge quest’anno alla sua quarta edizione conservando alcuni suoi elementi costitutivi e, insieme, imboccando una nuova direzione. Rimane costante il metodo laboratoriale, che stimola i partecipanti a mettersi alla prova, sperimentando in prima persona cosa significhi tradurre, riflettendo sulla non meccanicità del processo, sui nodi che il passaggio dall’una all’altra lingua impone di affrontare: uno spazio dedicato all’attività pratica che si arricchisce quest’anno grazie ai laboratori di lettura interpretativa. A cambiare è il genere del testo e, dunque, la diversa prospettiva da cui si affronta la traduzione. Se fin qui il copione derivava da un repertorio strettamente teatrale (Shakespeare, Etherege, Dryden), quest’anno si intende lavorare al racconto finalizzato alla lettura teatrale, particolarmente stimolante per la sua natura ibrida di narrazione destinata al teatro».
È Dickens, reader appassionato e intenso, a fornire il materiale ai traduttori: lo scrittore affermato e apparentemente soddisfatto del successo raggiunto, che a un certo punto della vita, osteggiato da famiglia e amici, decide di cambiare e intraprendere la carriera di lettore professionista. Il testo, The Signalman (1866), è uno dei suoi racconti più belli e misteriosi, imperniato su oscure premonizioni e figure fantasmatiche che incrinano le certezze della ragione.
I laboratori sono riservati agli iscritti che hanno inviato regolare scheda di iscrizione. Le conversazioni, gli approfondimenti, la mise en espace e l’Aperitivo Jazz del 14 maggio (offerto dall’Azienda vinicola Vicentini Orgnani nello spazio allestito da Gervasoni) sono, invece, a ingresso libero fino all’esaurimento dei posti disponibili.