Error message

Il file non può essere creato.

Il Dio della carneficina di Yasmina Reza con un cast formidabile al Politeama Rossetti

Foyer
[img_assist|nid=26574|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Un appuntamento da non perdere si prepara al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: si tratta de Il Dio della carneficina, capolavoro dell’autrice contemporanea Yasmina Reza che ha raccolto fin dal suo primo apparire sulle scene nazionali, un successo straordinario e che a Trieste replica in esclusiva regionale da martedì 9 a domenica 14 febbraio. Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon e Silvio Orlando: un cast stellare, che raccoglie quattro diversissime ma sempre possenti personalità del nostro panorama teatrale. A dirigerli l’esperienza e l’intuizione di Roberto Andò.E Yasmina Reza con la sua scrittura pregna di sulfureo cinismo, la sua abilità nel costruire un testo teatrale a partire da una condivisibile quotidianità, per svilupparlo poi attraverso continui colpi di scena e svolte inattese.Sono dunque questi i cardini su cui si regge uno degli spettacoli più attesi, discussi, interessanti della stagione.Ne Il Dio della carneficina di Yasmina Reza – scrive il regista nelle sue note – c’è una specie di furibondo humour sarcastico ma anche l’abilità cesellatrice di un dialogo in bilico tra commedia e tragedia, ricreato ascoltando il potere micidiale e terribile della parola media, la musicalità e la fraseologia, camaleonticamente irresistibile, della medietà, delle sue vaste e sublimi galassie. Un piccolo trattato morale di teoria della cultura, che sembra voler rispondere – con l’ambiguità tipica del teatro – alla seguente domanda: Le buone intenzioni ci salveranno? La Reza non sembra avere dubbi, e la sua pièce consegna allo spettatore una risposta, a suo modo, perentoria: No! L’inequivoco scetticismo di questa risposta è però messo a servizio di una macchina implacabile, virtuosisticamente variata sul ciglio di un baratro epocale, tra solidarietà ed egoismi.La vicenda che Yasmine Reza inventa, si muove infatti proprio sul filo fragilissimo che corre fra la certezza delle buone intenzioni e il vortice dell’odio, dell’invidia, del risentimento a cui sempre più spesso l’uomo si abbandona.È quanto accade a Véronique e Michel Houillé (Anna Bonaiuto e Silvio Orlando), e ad Annette e Alain Reille (Michela Cescon e Alessio Boni): persone tranquille, che s’incontrano nell’appartamento dei primi, per risolvere – nei termini dell’assoluta civiltà e tolleranza – una scaramuccia avvenuta fra i loro figli. Il piccolo Bruno, figlio di Véronique è stato colpito al volto in una lite di strada da Ferdinand, bimbo della seconda coppia: nessun grave danno, la soluzione sembra a portata di mano, basta parlare...Invece l’orizzonte presto s’incupisce e dagli intenti di conciliazione i quattro passano alla rabbia, all’arroganza, allo scontro.Semplice all’apparenza, questo plot denuncia la violenza, [img_assist|nid=26575|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=424]l’ipocrisia, l’inspiegabile prepotenza che dominano nella nostra società: una misteriosa efferatezza, che nei dialoghi incandescenti della Reza ci apre voragini d’inquietudine.È forse in tale analisi attenta ed espressa attraverso questa pluralità di dimensioni di scrittura, il segreto del grande successo dell’autrice francese, che – iniziata la carriera come attrice – è presto passata alla drammaturgia. È infatti del 1987 il suo testo d’esordio Conversazioni dopo una sepoltura con cui vince il Molière Award. Riceve il medesimo riconoscimento come traduttrice de La Metamorfosi di Kafka per Roman Polanski e nuovamente come autrice della sua seconda pièce La traversata dell’inverno, poi con L’uomo del caso s’impone in tutta Europa e in America. Arte del 1994 è il suo capolavoro, tradotto in tutto il mondo, cui seguono Una desolazione, L’alba la sera o la notte, Uomini incapaci di farsi amare. Nel 2006 è la volta de Il Dio della carneficina: un testo che ci apre al respiro di un’Europa che riflette su sé stessa, sui suoi limiti e le sue nevrosi.Dal 2007 la commedia è costantemente in scena. Fra le tante, spiccano le edizioni di Londra con Ralph Fiennes – che ha ottenuto l’Olivier Award – quella di New York premiata con il Tony Awarde quella di Parigi, diretta dalla stessa Reza e con Isabelle Huppert nei panni di Véronique: proprio assistendovi Roberto Andò si è risolto a raccogliere la sfida e portare in Italia lo spettacolo, complici l’intensa espressività e la profondità interpretativa dei suoi attori. Il Dio della carneficina sarà dato nella traduzione di Alessandra Serra, per la regia di Roberto Andò e con scene, costumi e luci di Gianni Carluccio. Lo spettacolo è prodotto da Nuovo Teatro.Il Dio della carneficina di Yasmina Reza va in scena al Politeama Rossetti da martedì 9 a domenica 14 febbraio: repliche serali alle ore 20.30, mercoledì e domenica alle ore 16 vanno in scena le recite pomeridiane.   Stagione Teatrale 2009-2010 Dal 9 al 14 febbraio 2010 Martedì 9, giovedì 11, venerdì 12 e sabato 13 febbraio, ore 20:30; Mercoledì 10 e domenica 14 febbraio, ore 16:00 Politeama Rossetti, Viale XX Settembre, 45 - TRIESTE   Il dio della carneficina di Yasmina Reza con Anna Bonaiuto, Alessio Boni, Michela Cescon, Silvio Orlando regia diDirector: Roberto Andò traduzione di Alessandra Serra Scene: Gianni Carluccio Costumi:Costumes: Gianni Carluccio Una produzioneProduction: Nuovo Teatro Biglietti: interi da 16.00 € a 29 €; ridotti da 13:00 € a 24 €   Info: Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia tel. 0403593511 info@ilrossetti.it www.ilrossetti.it