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Joaquìn Cortés: Mi Soledad, una notte caliente a ritmo di flamenco

Flamenco
[img_assist|nid=8146|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Lignano Sabbiadoro (UD) - Il flamenguero Cortés, esibitosi mercoledì 18 luglio all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro con l’organizzazione di Azalea Promotion, sa come stendere l’universo femminile. L’antipasto caldo viene servito quando, alzatosi il sipario, Joaquìn danza quasi nudo a terra.

La prima portata quando comincia a ballare il flamenco e trasmettere l’anima del canto redondo. Il piatto forte si gusta in mezzo alla platea nel bel mezzo dello spettacolo.

Lui: fisico mozzafiato, capello ribelle e sorriso stampato si lancia tra la folla per saggiare il livello di gradimento. Caratteristiche della platea: femminile, leggermente attempata e in visibilio. Gradimento assicurato e intervento della security che l’ha ricondotto, incolume, sul palco. Difficile. Anzi, quasi impossibile vedere un pubblico tanto caliente nel freddo Friuli. Nemmeno nella più rosea previsione ci si sarebbe aspettati che il tanguero avesse dato uno scossone così forte. Spagna batte Italia 1 a 0 grazie a un totale coinvolgimento che smuove anche gli animi più tiepidi.

Il gruppo, composto da 17[img_assist|nid=8147|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=444] elementi tra musicisti e cantanti, e il suo carisma sono riusciti a rendere bollente una notte già calda. Tutto ha agevolato l’atmosfera che ha avvolto lo spettacolo: le stelle, la leggerezza delle vacanze, la musica intensa e una performance perfetta.

Joaquìn entra in scena alle 9.45. Si cambia d’abito e spazia dal jeans ai costumi tipici. L’inizio è un po’ a rilento, scandito dall’alternanza tra canto ed esibizioni individuali. Nulla che spinga in alto l’esaltazione. Lo spettacolo decolla dopo la prima mezz’ora quando Joaquìn Cortés in solitario dà vita a una sfida con il pubblico. Parte la carica del generale del flamenco e comincia la sfida tra gli applausi e il suo donarsi alla danza fino all’esaurimento delle forze. Il suo corpo è un mezzo dove transita libera la musica. Una freccia che raggiunge il centro dell’anima di chi ascolta. Perfetto, sincronico, meticoloso, intenso. La sua energia raccoglie il consenso del pubblico quasi in trance. La chiusura è una sinergia col gruppo di professionisti che lo accompagna nello spettacolo Mi soledad dal 2005.

La scenografia minimalista ha sottolineato il genio creativo di Cortés che osa e si addentra nelle sperimentazioni del ritmo. La musica originale di Mi soledad è stata composta dallo stesso Cortés, José Carbonell e Antonio Carbonell. E’ il frutto di un mix di ritmi: jazz, musica cubana, classica, orientale e, naturalmente, il flamenco. Lo spettacolo è un viaggio dentro l’uomo e indaga in una dimensione di solitudine conscia e intima. Il suo zapateado ha sottolineato l’oscillazione tra sonno e coscienza, tra solitudine e socialità, tra reale e spirito. Lasciando, al termine delle quasi due ore di performance, un gusto intenso, difficile, ma proprio difficile, da dimenticare.