[img_assist|nid=26500|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]PORDENONE - Con l’
Otello di Arturo Cirillo, che sarà al Verdi di Pordenone venerdì 5 e sabato 6 febbraio alle 20.45 in esclusiva regionale, si conclude al Comunale il percorso attorno a Shakespeare e al tema del potere come categoria universale dell’umanità, raccontato attraverso gli intrighi, i conflitti e la passioni che gli si accendono intorno.
Dopo
Macbeth e
Amleto, declinati dalla sensibilità di Gabriele Lavia e di Filippo Timi, a entrare nel vivo delle immutate dinamiche di questa pulsione che caratterizza la storia umana sarà Arturo Cirillo, regista e attore, già ospite del nostro teatro due stagioni fa con lo straordinario spettacolo
Le intellettuali. Cirillo affronta Otello in una messinscena definita di “prim’ordine” dalla critica, nuova, fortemente personale, nella quale riversa tutti i propri umori contrastanti e tutte le proprie molteplici suggestioni culturali.
L’Otello – spiega lo stesso Cirillo, in scena con Monica Piseddu, Michelangelo Dalisi, Danilo Nigrelli, Sabrina Scuccimarra, Luciano Saltarelli, Salvatore Caruso e Rosario Giglio - è
la tragedia della parola. Tutto nasce da un racconto, quello di Otello a Brabanzio e poi a Desdemona. La parola inventa i luoghi, costruisce i sentimenti, determina l’agire dei personaggi. L’Otello si gioca tra pochi individui che si confrontano ossessivamente tra di loro; il gioco di Iago li trova già tutti pronti, sembra che non aspettassero altro. La gelosia esiste dal momento che la si nomina, poi come un tarlo, non ti abbandona più. L’Otello si svolge in un’isola, come La Tempesta, in un luogo limitato geograficamente e mentalmente, un luogo dell’ossessione. L’Otello si svolge su un palcoscenico vuoto che guarda il mare, questo luogo lo si chiamerà Venezia, Cipro, sarà una strada, una sala, una locanda. Ma soprattutto sarà una prigione, dove un negro epilettico consumerà la sua strage. L’Otello è una tragedia satirica (vi è anche un clown), a volte sembra una commedia, a volte la più barbarica delle tragedie, come il Tito Andronico. A due passi dal baratro – prosegue Cirillo - si cantano canzoncine. L’Otello è il maschile davanti al femminile, o viceversa. Due mondi che s’ignorano, due universi su cui congetturare, in [img_assist|nid=26501|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427]
mezzo Bianca, la puttana di Cassio. Il femminile si traveste, e si degrada, per rivelare la sua assenza. L’Otello è un letto, disfatto e spesso deserto. E’ il luogo del tradimento: il palcoscenico immaginario, ma non per questo meno reale, della gelosia, della brama, dell’atto animale. L’Otello è tutto sentimento, covato, malato, irrealizzato; si parla di guerre e battaglie che non avvengono mai e intanto nella mente dei personaggi esplode qualcosa di molto più pericoloso. E’ quello che succede quando gli eserciti si fermano, quando gli uomini non combattono più, quando arriva la fatidica pace.
Stagione Teatrale 2009-1010
Venerdì 5 e sabato 6 febbraio 2010, ore 20:45
Teatro Comunale Giuseppe Verdi, viale Martelli, 2 - PORDENONE
Otello
di William Shakespeare
traduzione di Patrizia Cavalli
Con Salvatore Caruso, Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi, Rosario Giglio, Danilo Nigrelli, Monica Piseddu, Luciano Saltarelli, Sabrina Scuccimarrascene di Dario Gessati
costumi di Gianluca Falaschi
musica di Francesco De Melis
luci di Pasquale Mari
regia di Arturo Cirillo
Teatro Stabile delle Marche – Teatro Eliseo – Nuovo Teatro srl
Biglietti: interi da € 12,00 a € 28,00; ridotti da € 10,00 a € 26,00; studenti da € 10,00 a € 22,00
Info: Biglietteria
info@comunalegiuseppeverdi.it
www.comunalegiuseppeverdi.it