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La nuova Orchestra Regionale Filarmonia Veneta per il Concerto di Capodanno del Remondini di Bassano

Classica
Bassano del Grappa (VI) - A conclusione di un anno ricco di iniziative e appuntamenti dal quale si sono ottenuti importanti consensi da parte di un pubblico sempre più qualificato e numeroso, l'Assessorato allo Spettacolo di Bassano presenta l’ VIII edizione del Concerto di Capodanno; l'appuntamento, che si rinnova tradizionalmente, è per mercoledì  30 dicembre ore 21.00 al Teatro Remondini.
 
Protagonista sarà, ancora una volta l'Orchestra Filarmonia Veneta, che nata nel 1980, compie trent’anni. E per questo importante compleanno ha deciso di regalarsi un nome nuovo. Da oggi, infatti, si chiamerà “Orchestra Regionale Filarmonia Veneta”: un solo aggettivo in più, quindi, ma dal grande significato, che premia trent’anni d’impegno a servizio della musica e di chi la ama. Già preziosa partner in numerose produzioni liriche del festival bassanese, è qui diretta dal Maestro Stefano Romani in un programma dedicato ad augurare a tutta la città uno splendido 2010.

Il programma proposto è un viaggio musicale tra la straordinaria energia di valzer, polke e marce viennesi, che daranno così forma - attraverso la musica -  ad autentici luoghi di felicità.
La storia del valzer di Vienna come oggi lo intendiamo comincia da Johann Strauss padre e da Joseph Franz Karl Lanner che, a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento, adattarono ai valori mondani della Vienna imperiale un ballo di origine contadina, contendendosi il titolo di Direttore dei balli di corte in quella città che in breve tempo divenne un'unica grande sala da ballo. E proprio dal meno famoso Lanner inizia questo concerto: dal suo Die Mozarstisten col quale realizzò uno dei suoi più celebri valzer con temi delle opere mozartiane “Don Giovanni” e “Il Flauto Magico”, nel quale l’irresistibile “um-pa-pa” (che i viennesi scandiscono “èss-tam-tam") e la musica assoluta del più straordinario teatro d’opera si uniscono in una pagina virtuosistica e brillante.
Per assecondare il dilagante amore per il valzer del suo tempo, anche l’Ouverture all’operetta Dichter und Bauer prevede un cadenzato valzer sentimentale tra gli iniziali ritmi esuberanti e quelli veloci e sincopati che rendono sgargiante questa pagina di von Suppé, compositore che firmò una trentina di operette velocemente oscurate dalla patina del tempo.
Ma mentre l’Austria rotea a ritmo di valzer, nel 1842 la musica proveniente da un altro enorme impero irrompe sulla scena musicale europea, con la fresca energia di una troika al galoppo. E’ la musica del primo “grande musicista russo”, che s’impone con la smagliante Ouverture dell’opera Ruslan e Ljudmilla. Glinka apre così, cronologicamente, un elenco di compositori straordinari. tra i quali un posto d’onore lo merita certo Pëtr Il'i? ?ajkovskij, che durante un soggiorno romano del 1880 concepì il Capriccio Italiano: un susseguirsi di danze popolari del Belpaese che si conclude con una trascinante tarantella, strumentata con mano leggera e una ricca e gaia tavolozza di colori.

Si ritorna a Vienna, dove Johann Strauss jr. riunì la sua già consolidata fortuna e quella ereditata dal padre nel 1849 per costruire a una “impresa Strauss” che riuscì a far danzare tutta Europa e anche gli Stati Uniti.
E non solo a tempo di valzer: grande successo conobbero anche, ad esempio, la scintillante Indigo Marsch arrangiata con melodie tratte dalla sua prima operetta, "Indigo und die Vierzig Rauber" e la Persischer-Marsch che l’allora Scia di Persia, Nasser ad-Din, gradì in modo particolare, tanto che il compositore fu insignito della “medaglia Persiana dell'Ordine del Sole”.
La polka Process, così come suggerisce il nome, fu composta per un’associazione di universitari della facoltà di Legge di Vienna ed è una delle polke più veloci ed esuberanti dell’enorme catalogo del compositore: la sua gaiezza dà anche credito a chi rileva che nel periodo in cui Johann la compose suo fratello minore Eduard aveva appena vinto una causa contro un critico musicale che aveva scritto male della sua musica…
Nordseebilder (“Immagini del Mare del Nord”) nacque durante una vacanza di Johann nelle isole dell’arcipelago Fohr: i suoni del mare del nord vi sono descritti con tale felice contrasto che alla sua prima esecuzione il valzer dovette essere replicato per quattro volte, per assecondare l’entusiasmo del pubblico. Evoca, invece, un suo viaggio non compiuto l’energica ed esotica Russischer Marsch, scritta nel 1872 in previsione della dodicesima tournée russa, alla quale preferì la conduzione del più redditizio Giubileo delle Nazioni a Boston.
Di suo fratello Josef, Johann Strauss affermava: “E’ lui quello con più talento, io sono solo quello più famoso”. Jockey polka (“Polka del fantino”), è una breve e fulminante prova dell’effervescente abilità compositiva di Josef, di cui si trova conferma anche nella brillante leggerezza di un’altra polka veloce, Im Fluge (In volo). Talento che non fu oscurato solo da quello del fratello maggiore, ma anche dal suo carattere introverso e dalla sua versatilità, grazie alla quale si espresse anche come architetto, pittore, poeta, drammaturgo, cantante e inventore.
Ma torniamo al valzer. Anzi, al re di tutti i valzer: quello di cui Johannes Brahms rimpiangeva di non essere l’autore; quello che all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 riscosse un tale successo da far guadagnar a Strauss il sopranome di Napoleone dei compositori; quello che a Boston fu eseguito da ben 20.000 musicisti, mandando in visibilio la città…
Quello che è un po’ l’inno ufficioso dell’Austria: An der schonen blauen Donau (Sul bel Danubio blu), che non può mancare in un concerto che saluta un nuovo anno che comincia.

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