[img_assist|nid=25336|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Monfalcone (GO) - Martedì 17 novembre, alle ore 20.45, torna a Monfalcone, nell'ambito della Stagione di Musica 2009-2010, uno degli amici più affezionati del Teatro Comunale, il pianista canadese Louis Lortie, internazionalmente acclamato come uno dei più grandi pianisti d'oggi, ospite graditissimo di molte delle stagioni musicali monfalconesi a partire dalla sua prima esibizione fresco del trionfo al concorso Busoni, dove nel 1984 si aggiudicò il primo premio.
Ora è la volta di uno straordinario progetto che vuole celebrare il leggendario programma dell'ultima apparizione pubblica di Sergej Rachmaninov, avvenuta a Knoxville il 17 febbraio 1943, poche settimane prima della sua morte. In programma un repertorio molto vario e sfaccettato, come si usava in quegli anni, ed estremamente impegnativo, che spazia fra Bach, Schumann, Chopin, Liszt, trascrizioni da opera di Wagner e, ovviamente, alcune pagine dello stesso Rachmaninov. Nato a Montreal, Louis Lortie ha debuttato con l'Orchestra Sinfonica della sua città all'età di tredici anni. Fra le sue più celebrate interpretazioni figura l'esecuzione integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven alla Wigmore Hall di Londra, al Ford Center di Toronto, alla Filarmonica di Berlino, al Conservatorio Verdi di Milano e al Teatro di Monfalcone. Rinomato per l'originalità e l'individualità che riesce a conferire ai canoni interpretativi della tastiera, Lortie ha inoltre eseguito con l'Orchestra Sinfonica di Montreal i cinque Concerti per pianoforte di Beethoven e, recentemente, anche l'integrale dei Concerti di Mozart. I suoi prossimi appuntamenti prevedono collaborazioni con le Orchestre Sinfoniche di San Francisco e Washington, con la Filarmonica di Los Angeles e con l'Orchestra di Cleveland; sarà inoltre in Europa per suonare con l'Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, la London Philharmonic, l'Orchestre National de France diretta da Kurt Masur, l'Orchestra Filarmonica di Varsavia e altre ancora. Apre il concerto la Suite inglese n. 2 di Bach, fra le pagine più articolate del repertorio tastieristico bachiano, caratterizzata da un'inventiva stupefacente. La Suite n. 2, come proposta nel [img_assist|nid=25335|title=|desc=|link=none|align=right|width=507|height=640]programma eseguito da Rachmaninov, non presenta l'assetto che offrono le attuali interpretazioni bachiane, fedeli alla scrittura originale, ma omette i movimenti di Allemande e Courante. Seguono i Papillons di Schumann, dodici miniature visionarie e mutevoli, in bilico fra passione e malinconia, scritte dal giovane compositore negli anni universitari e ispirate da Jean Paul Richter, idolo letterario romantico per eccellenza, e dal suo romanzo Flegeljahre. È quindi la volta di Chopin e della sua Sonata n. 2 op. 35, certamente la più nota ed eseguita delle tre sonate del catalogo chopiniano, il cui svolgimento è imperniato attorno al terzo tempo, alla celeberrima Marcia Funebre, concepita dal compositore sull'onda emotiva della delusione amorosa e del distacco da Maria Wodzinska (1937). Aprono la seconda parte del concerto due dei nove Études tableaux di Rachmaninov (n. 4 e n. 6), ultima opera "russa" del compositore, composta prima di allontanarsi per sempre dalla sua terra, durante un intenso periodo di studio dell'opera di Aleksandr Skrjabin, di cui Rachmaninov assorbe l'asciuttezza, la dilatazione espressiva e l'elaborazione melodica a tratti spigolosa. Anche la critica più severa riconosce al compositore un attento percorso di sperimentazione e ricerca, che conferisce a quest'opera una nuova sintesi del linguaggio, un'espressività al contempo severa e profonda, distante dalla consueta morbidezza lirica e per questo più efficace ed incisiva. Ancora Chopin con l'esecuzione di due Studi: lo Studio op. 10 n. 3 del 1832 (di cui lo stesso Chopin dice il più bello che ho mai inventato), una melodia struggente e tenera che rimanda forse alla nostalgia della sua grande Polonia da poco violentata e sottomessa, e lo Studio n. 5 dell'op. 25, fra le sue melodie più riuscite per il nostalgico lirismo. La mitologia nordica wagneriana è al centro delle trascrizioni che seguono: L'incantesimo del fuoco (Feuerzauber), che chiude il terzo atto de Die Walküre, è portato sulla tastiera da Louis Brassin (pianista e compositore di origine belga), che riporta alla più ampia gamma delle potenzialità pianistiche i suoni ora potenti ora surreali dell'orchestra wagneriana; Spinnerlied (Il canto delle filatrici), che apre il secondo atto di Der fliegende Holländer, fra le trascrizioni di Liszt da Wagner che meglio documentano uno dei più alti sodalizi artistici della storia della musica. Chiudono l'intenso programma del concerto due opere di Liszt: lo Studio n. 3 in re bemolle maggiore, tratto da Trois Études de concert del 1849, gioco compositivo sottile e geniale la cui difficoltà tecnica è al limite dell'eseguibile, e Gnomenreigen, dai due Studi da Concerto del 1862, in cui lo straordinario virtuosismo è tutto votato alla ricerca sonora, alla differenziazione del tocco e alla condensazione dell'atmosfera emotiva.
Stagione di Musica 2009-2010
Martedì 17 novembre 2009, ore 20.45
Teatro Comunale, Corso del Popolo, 20 - Monfalcone (GO)
Louis Lortie: pianoforte
esegue
J. . Bach, Suite inglese n. 2
R. Schumann, Papillons
F. Chopin, Sonata n. 2 op. 35
S. Rachmaninov, Études tableaux n. 4 e n. 6
S. Rachmaninov, Études tableaux n. 6
F. Chopin, Studio op. 10 n. 3
F. Chopin, Studio n. 5 dell'op. 25
R. Wagner, L'incantesimo del fuoco (Feuerzauber) nella trascrizione di Louis Brassin
R. Wagner, Spinnerlied (Il canto delle filatrici)
F. Liszt, Studio n. 3 in re bemolle maggiore, da Trois Études de concert
F. Liszt, Gnomenreigen, dai due Studi da Concerto
Info: Biglietteria del Teatro
tel. 0481790470