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Mara Baronti autrice e protagonista di India alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti

Foyer
[img_assist|nid=18919|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Gli indiani raccontano che gli elefanti, da loro amatissimi, un tempo potevano volare e cambiare forma. Come le nuvole dei monsoni. India è un elefante che vola e si trasforma. Immenso e leggero. Non racconterà dei grandi successi nell’informatica, dei contadini e delle multinazionali, delle dighe, della dote e delle vedove, ma, spero, del perché tutto questo può accadere. Mara Baronti spiega così lo spettacolo di cui è protagonista e autrice, che porta in scena con grande passione anche per il cartellone altripercorsi dello Stabile regionale, da mercoledì 25 marzo in Sala Bartoli. Per costruire questo racconto a più voci e a vari livelli, in cui si intrecciano narrazione, danza, canto e musica Mara Baronti ha attinto a tutto il suo amore per l’India e a tutta la sua sensibilità d’artista. Sono infatti ricche le esperienze che hanno condotto l’attrice a questa particolare formula di teatro: dopo la formazione al Teatro di Genova e la collaborazione con alcune fra le più prestigiose compagnie italiane, diretta da interessanti registi (da Sciaccaluga a Squarzina, da Cecchi a De Bosio e Conte), la Baronti si è infatti rivolta alla creazione di racconti sulla scena. Un’iniziale esperienza importante in questo senso è stata già quella di costruire una storia conducendo, assieme a Gianni Rodari ed Emanuele Luzzati, un gruppo di bambini delle scuole elementari. Da almeno quindici anni, e per prima in Italia a livello professionale, ha affrontato l’attività di narratrice rivolta a bambini e adulti: oggi Mara Baronti è riconosciuta tra i più affermati professionisti in questo campo. L’idea di racchiudere in uno spettacolo le sue profonde conoscenze sull’India è stata uno sbocco artistico molto naturale per l’attrice: esperta conoscitrice della cultura indiana, curiosa ed instancabile lettrice dei grandi miti di quella tradizione da Mahabaratha, a Kalika Purana, a Ramajana, la Baronti ha concretizzato il progetto grazie anche all’apporto del regista Alfonso Santagata, con cui già in passato si era confrontata in modo interessante. L’intersecarsi dei loro linguaggi e delle loro sensibilità genera uno spettacolo che ci apre al Paese forse più semplice e assieme complicato, dove lontananza e vicinanza sono la stessa cosa, dove gli dei ci sono ancora e assomigliano ai nostri del passato, e a quelli del futuro: un Paese con cui – in prospettiva – saremo portati a confrontarci sempre più strettamente. Eppure non c’è viaggiatore o studioso che al primo approccio con l’India non ne percepisca anche la distanza. L’autrice crede che il teatro possa[img_assist|nid=18920|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427] creare, proprio in questi spazi lacunosi, sinfonie di appartenenza, porgendosi quale veicolo di conoscenza per attraversare mondi, esperienze che lasciano segni che ci apparteranno per tutta la vita. Lo spettacolo dunque non darà conto di aspetti della vita quotidiana di questo grande Paese, ma cercherà di capire perché oggi gli indiani vivano così: questo tentativo si basa su grandi, affascinanti, divertenti storie, sulla creatività di ottimi artisti come Santagata e la Baronti, come i creatori delle musiche e delle immagini, come i musicisti e i danzatori europei e indiani che hanno partecipato alla creazione. India è un racconto di miti e di Dei che ci serve a entrare nella filosofia degli indiani – spiega ancora l’attrice – e qui la filosofia non è una materia scolastica ma vita, ricerca, giorno dopo giorno della conoscenza, non del mondo, ma di Sé. È accaduto – racconta ­ che un ufficiale di polizia che nel frattempo era andato in pensione venisse chiamato a testimoniare durante un processo: si presentò vestito come Radha, la pastorella amata dal dio Krisnha. Per lui era finita l’epoca dell’immersione nel mondo ed era cominciato un cammino spirituale che gli imponeva di identificarsi persino con l’aiuto degli abiti in varie forme di amore per dio. India ci farà rendere conto come questo modo di intendere la vita non sia completamente estraneo a noi europei. altripercorsi Dal 25 al 29 marzo, ore 21:00 Domenica 29 marzo, solo alle ore 17:00 Sala Bartoli del Politeama Rossetti, Viale XX Settembre, 45 - TRIESTE India di e con Mara Baronti e con Cristina Alioto, Patrizia Belare Regia di Alfonso Santagata Immagini, scene e costumi di Beatrice Meoni. Musiche di Chiara Cipolli, Davide Ferrari, Cristina Alioto e Francesco Menconi. Design delle immagini Uovoquadrato Luci di Sandro Sussi Una coproduzione Teatro Stabile di Genova e Teatro Mercadante di Napoli Biglietti: interi 15 euro, ridotti 12,50 euro Info: tel. 0403593530 info@ilrossetti.it www.ilrossetti.it