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Non c'è niente da ridere. Percorso di teatro comico alternat..o al Teatro Miela

Rassegne
[img_assist|nid=12278|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Non c'è niente da ridere, recita il titolo della rassegna, ma suggerisce anche che il divertimento è assicurato. E non potrebbe essere altrimenti, se a sfilare sul palco del Teatro Miela di Trieste saranno autentici big della risata, da Alessandro Fullin e Clelia Sedda ad Olcese e Margiotta fino al grande Paolo Rossi.

Non c'è niente da ridere. Percorso di teatro comico alternat..o si presenta come una piccola rassegna, un piccolo percorso, una serie di storie raccontate in varie forme e in vari modi, e d'altronde, questo vuole essere il programma di teatro comico che Bonawentura ha voluto presentare in questa seconda parte della stagione teatrale 2007/2008.

Alternato per la diversità delle proposte inserite nel cartellone, alternativo per la scelta degli spettacoli, che non sono stati ideati come logica conseguenza di una visibilità televisiva. Alcuni degli artisti presenti nel programma hanno anche “fatto[img_assist|nid=12279|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=640] la televisione”, ma sono partiti, e vogliono rimanere, sul palcoscenico, perché è li che trovano il senso del lavoro che fanno. Per gli artisti e per il pubblico, un teatro come il Miela risulta ottimale, per la sua dimensione di palco e di sala, al fine di creare un contatto diretto tra narratore e ascoltatore. Ed è questo che gli organizzatori vogliono che si crei: un contatto diretto, un confronto.
La sfida di Bonawentura, con il lavoro svolto in questi anni con il Pupkin Kabarett, è stata proprio questa: creare un modo “diverso” di andare a teatro, non solo lo spettacolo, ma l’appuntamento a teatro, il rimanere assieme anche dopo per parlare, discutere non solo della piéce ma anche di quello che questa ha raccontato. A volte direttamente con l’artista.
Alessandro Fullin e Clelia Sedda, imperdibili interpreti di monologhi surreali con cui da anni deliziano i palati più difficili. Il visionario Antonio Rezza, che con la sua graffiante ironia, riesce a rendere vive anche le sue stupende scenografie, fecendole diventare quadri. Gli irriverenti e imparagonabili, discutibili e disconnessi Olcese e Margiotta, le esilaranti storie di provincia raccontate da un bravissimo attore come Roberto Citran, Andrea Rivera cercherà di scoprire con sue le divertenti canzoni che danno voce ai più deboli, se la vera felicità è riscoprire la visione infantile del mondo, e infine Paolo Rossi che già da qualche tempo ha scelto il Miela come officina dei suoi spettacoli, chiuderà il percorso comico alternato con con la sua versione originale e personale dell'Ubu Re di Alfred Jarry. Questi sono gli artisti che approderanno quest’anno al Miela in modo alternato e alternativo.
Non c’è niente da ridere…ma il divertimento è assicurato.
 
[img_assist|nid=12280|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=640]Dal 25 gennaio al 24 aprile 2008
 
Teatro Miela, piazza Duca Degli Abruzzi, 3 - TRIESTE

Non c'è niente da ridere. Percorso di teatro comico alternat..o

Il programma

 
Venerdì 25 gennaio 2008, ore 21.00

Teatro Miela  -  TRIESTE

Alessandro Fullin e Clelia Sedda
in
Gengis Kahn ovvero il problema del tartaro

Gengis Kahn ovvero il problema del tartaro, nel panorama teatrale italiano mancava un'opera che avesse il pregio di affrontare contemporaneamente due spinose questioni, le invasioni barbariche e la pulizia interdentale. A risolvere tali problemi due comici altamente eclettici: Alessandro Fullin e Clelia Sedda, imperdibili interpreti di monologhi surreali con cui da anni deliziano i palati più difficili.
Una novità da seguire con la massima attenzione questa di Alessandro Fullin (nel cast di Zelig Circus in onda su Canale 5), che di volta in volta è il soldato gay, la professoressa Fullin, che ci illumina sulla civiltà Tuscolana, il pilota di un’astronave molto particolare, la controfigura della diva e molto altro. Il tutto supportato dalla bravissima Clelia Sedda che ci regala battute e classe nella stessa misura.
Alessandro Fullin, autentico transgender scenico, importunerà sia la storia che il mito, interpretando eroi effeminati e sognanti regine, da Alessandro Magno alla regina di Tebe, mescolando il camp e l'avanguardia (non a caso indosserà il suo vestito a triangoli denominato "l'incubo di Mondrian").
Manterrà costantemente calda la temperatura dello spettacolo l'affascinante e surreale donna Clelia che, con i suoi 65 kg. perfettamente distribuiti, alternerà il ruolo di presentatrice a quello di cantante affidandosi all'ukulele e alla sua, non meno scordata, attività di ballerina.
Il duo Fullin-Sedda è da quattro anni ospite fisso allo Zeligay ma il loro lavoro è stato presentato anche a Torino (Teatro Juvarra), Roma (Gay Villane), Bologna (Arena del Sole), Milano (Teatro Ciak) e in altre città.

Venerdì 8 febbraio 2008, ore 21.00

Io
con Antonio Rezza
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

Como poco innanto tra clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura.
Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio.
Io cresce inumando e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere.
Il radiologo spossato avvolge un neonato con l'affetto della madre, un individualista piega lenzora a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro.
Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l'acqua che si fa doccia e dolce zampillare.
Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell'amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l'idillio con il tessuto amato.
Si gioca all'oca, parte il dado di sottecchio, Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui.
E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l'appetito non supportato dalla tavola imbandita.
Infine la catastrofe: Io si ridimensiona...
Como poco innanto tra clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura.
Anche questo allestimento scenico si avvale dei quadri di scena o teli intesi come arte.
Le scene sono coinvolte completamente nell'azione drammaturgica, la struttura è di metallo sottile, sostiene i teli che, disposti in vari piani, risentono del movimento del corpo...
Tutto barcolla.


Mercoledì 20 febbraio 2008,
ore 21.00

Alti e bassi
Con Massimo Olcese e Adolfo Margiotta

Irriverenti ed imparagonabili, discutibili e disconnessi. Non uno spettacolo a due ma il tentativo, or dell'uno poi dell'altro, di trasformarlo in monologo. Monologo da riversare senza freno alcuno sul pubblico e senza pietà alcuna sull'altro. Chiquito e Paquito con nuove dispute e vecchi duelli verbali.
Adolfo Margiotta e Massimo Olcese nascono nello stesso anno, il 1957, ma in due posti lontanissimi l’uno dall’altro: il primo, infatti vede la luce a Torre del Greco, in provincia di Napoli, mentre il secondo non è che l’ultimo rampollo di una stirpe di genovesi purosangue.
Margiotta si diploma alla scuola del Teatro Stabile nel 1982 e lavora lì qualche anno. Nel 1987 conosce Massimo Olcese, anche lui diplomato al Teatro Stabile nel 1981. La loro prima collaborazione risale però all’88, nel trio Malodomax, insieme a Malo, nome d’arte di Mauro Pagan.
Adolfo Margiotta e Massimo Olcese si rincontrano solo qualche mese dopo e decidono di iscriversi in coppia al Loano cabaret. Nell’89 vengono scelti dallo Zelig di Milano, nel medesimo periodo di altri comici emergenti. Paolo Rossi li visiona e li contatta per ingaggiarli ne La commedia da due lire.
Adolfo Margiotta e Massimo Olcese hanno proseguito in questi ultimi anni la loro attività sia in duo sia separatamente: Massimo si dedica anche al cinema con alcuni film (mentre in teatro tra gli altri con Sergio Castellitto) e Adolfo si muove tra teatro e televisione.

Sabato 8 marzo 2008, ore 21.00

Ciao Nudo (Memorie di un ex chierichetto)
Con Roberto Citran
Regia Alessandro Bressanello
Con la collaborazione di Carlo Mazzacurati

Ciao nudo è tratto da una serie di divertenti racconti di Roberto Citran nei quali l'attore/autore rivive la sua fanciullezza a Padova, sua città natale.
Le brevi storie si sviluppano in un percorso in cui le associazioni delle memorie procedono in base ai luoghi del ricordo e alle persone che popolavano quei luoghi: il patronato, i frati di San Francesco, la casa alpina, dove la vita sociale ruotava attorno all'unica forma di aggregazione possibile: la parrocchia.
Il linguaggio è semplice, non manipolato e l'uso del dialetto è importante, non invadente ma fortemente rappresentativo in quella realtà comunicativa.
Il punto di vista è quello di un bambino ("Nudo" il protagonista della storia), il mondo è visto da sotto un tavolo. Un "Amarcord" veneto, dove l'effetto comico è dato dallo sguardo malizioso dell'adulto.
Attore di eccezionale bravura, elegante, dotato di una splendida recitazione.
Sono innumerevoli i registi che lo hanno voluto in un loro film: Giulio Base, Davide Ferrario, Cinzia Th. Torrini, Cecilia Calvi, Maurizio Ponzi, Maurizio Zaccaro. Ma rimane indelebile la sua collaborazione con Francesco Rosi sul set de La tregua (1996) e con Silvio Soldini in Le Acrobate (1997).
Noto anche all'estero, lo si può vedere accanto ad un Ewan McGregor in versione James Joyce in Nora (2000) di Pat Murphy, insieme a Nicholas Cage e Penélope Cruz in Il mandolino del Capitano Corelli (2001) di John Madden, ma anche in piccoli capolavori come Le valigie di Tulse Luper; La storia di Moab di Peter Greenaway e Hotel Randa (2004) di Terry George.
Ha vinto la Coppa Volpi per Il Toro di Carlo Mazzacurati al Festival di Venezia (1994) come migliore attore non protagonista.

Giovedì 20 marzo 2008, ore 21.00

Prossime Aperture

di e con Andrea Rivera
e con Lisa Lelli
e la partecipazione del polistrumentista Matteo D’Incà alle chitarre,basso, mandolino e programmazione computer

Un uomo, la sua chitarra (una Maton australiana) e la coscienza (una Lisa Lelli Toscana).
Sul palco si ripercorre la carriera di Rivera, anche attraverso filmati che lo riprendono in azione proprio a Trastevere, alle prese con passanti, turisti e 26 denunce per “disturbo della mente pubblica”. Qualche anno fa Costanzo mi ha cercato. E invece no, meglio la strada (concretizzazione delle parole di Gaber: C’è solo la strada su cui puoi contare / la strada è l’unica salvezza). Ma la coscienza suggerisce Andrea, ora sei diventato un comico! Sì, ora posso pubblicare il cofanetto con il libro e il dvd e distribuirlo anche in edicola…!
Tra monologhi, video-interviste (piacere sono Paul, exit Paul) e canzoni, ce n’è decisamente per tutti: dagli operai di oggi (molti di voi non hanno più la coscienza di classe… però vogliono la classe A senza coscienza….) ai politici (caro compagno ti sei mangiato i nostri ideali altro che i bambini….), alle subrettine dalla carriera facile (vedrai cara dopo tre film imparerai la dizione) sino a cercar di capire se la libertà ormai l’abbiamo rinchiusa in un salario o se la vera felicità è riscoprire la visione infantile di un mondo dove il cavaliere sia inesistente e dove non ci sia una lega, ma 20000 leghe… si… ma sotto i mari…

Martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 aprile 2008, ore 21.00

Paolo Rossi in
Ubu Re d'Italia

L’ultima domanda che mi faccio e porrò nel mio lavoro è: Quando il creatore di un burattino muore, il suo cuore a chi va?”
La riflessione sul teatro e sul suo ruolo nella società contemporanea, la voglia di indagare i malesseri e i vizi del proprio mestiere, l’irrequieta incapacità di accettare lo stato attuale delle cose, hanno spinto Paolo Rossi ad affrontare in questo nuovo progetto il personaggio di Padre Ubu. In questa ennesima rappresentazione di Ubu non tenterò di fare un’ulteriore o più moderna versione dell’opera di Alfred Jarry, creatore non solo di questo burattino, ma anche di romanzi, saggi e primo padre della Patafisica. In tutto ciò che racconteremo o faremo, non cercherò di essere originale o patafisicamente corretto - anche perché essere patafisicamente corretto non è detto che sia corretto patafisicamente parlando. L’Ubu è un classico, ma questa volta non sarà come con Moliere, Shakespeare, Rabelais e altri, dove ho raccontato una mia versione, ho giocato o cercato un pretesto per ridisegnare quel mondo, che si consuma in una sera. Non realizzerò quindi il mio Ubu. Nemmeno dirò questo è l’Ubu.
Raccontare storie che chiudono con una domanda è per noi il Teatro Popolare.

Scritto con Carolina De La Calle Casanova, aiutato nella messa in scena da Elio De Capitani (che si definisce il grande tormentatore maieutico) e da Maria Consagra, lo spettacolo si avvale delle canzoni scritte appositamente da Vinicio Capossela, delle scene e dei costumi di Emanuele Crotti, della consulenza - per l’elaborazione di un linguaggio - dello scrittore Giampaolo Spinato e del consigliere maccheronico Riccardo Piferi.
Io mi sono ridotto come dovevo ridurmi, come ero destinato ad essere e sarò sempre peggio in modo che voi, tutti voi, possiate dire che non siete come me. Io sono il male necessario, l’uomo nero, lo sconosciuto che offre le caramelle ai bambini.
A voi gli specchi,
a voi le foto,
a voi le cose di una volta.
Io mi prendo il nuovo.
Tutta la merdra nuova. Me la mangio e poi la dichiaro nelle tasse.
E con tutta quella merdra vi conquisterò.

(Dallo spettacolo Ubu Re d’Italia)

Biglietti:

Paolo Rossi Ubu Re d’Italia
interi 20.00 € - ridotti 16.00 € (fino a 26 anni e oltre 65 anni)
tutti gli altri spettacoli
interi 15.00 €
ridotti 12.00 € (fino a 26 anni e oltre 65 anni)

Carta Miela
(non nominativo) 6 ingressi,
validi tra tutti gli spettacoli
utilizzabili da max 2 persone a spettacolo
72.00 €
no posto fisso numerato

Carta Miela e prevendite
presso la biglietteria del teatro
dalle ore 17 alle ore 19,
tutti i giorni da giovedì 17 a giovedì 31 gennaio 2008
e successivamente i due giorni precedenti
ad uno spettacolo del programma; inoltre la prevendita è possibile dalle ore 20 alle ore 23 in concomitanza di qualsiasi
giorno di apertura serale del teatro

Info: tel. 040365119
teatro@miela.it
www.miela.it