Porrajmos, altre tracce sul sentiero di Auschwitz

Il Giorno della Memoria 2011

Dal 20 al 29 Gennaio 2011

Porrajmos, altre tracce sul sentiero di Auschwitz

Mostra fotografica

La mostra ripercorre le tracce dello sterminio subito dalle popolazione sinte e rom dal 1938 al 1945
Porrajmos è la parola che nelle lingue sinte e rom definisce il divoramento subito in Europa tra il 1934 e il 1945
A seguire proiezione dedicata a Mirko Levak sopravissuto ad Auschwitz Con la presenza di Carlo Berini dell'Istituto di Cultura Sinta e di Loris Levak dell'Associazione Rom Kalderash

Il 27 Gennaio, giorno scelto per ricordare la Shoà, oltre ad essere  un'occasione importante  per tenere viva la memoria della peggiore tragedia della storia europea, rappresenta anche una possibilità per fare della memoria stessa un monito alle nuove generazioni in modo da diffondere una consapevolezza profonda della nostra storia, e di conseguenza costruire una società senza più discriminazioni e razzismo.

In un momento in cui la vecchia intolleranza e il razzismo contro il popolo Rom sembra risorgere in Europa, è sembrato importante mettere l'accento sulla persecuzione di Rom e Sinti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sucar Drom, associazione interculturale nata a Cesena che lavora da tempo contro la discriminazione e per garantire i diritti civili a Rom e Sinti, propone in quest'occasione una mostra fotografica dedicata ad una pagina buia della nostra storia, la persecuzione appunto delle popolazioni Rom e Sinti in Europa.
La mostra, che sarà diffusa in altri comuni italiani, consiste in 23 pannelli 100x70 che illustrano il risultato di un importante lavoro di ricerca d'archivio e documentazione riguardante la legislazione razzista e la deportazione di Sinti e Rom italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.

Fotografie e documenti ufficiali sono commentati in modo da dare un quadro preciso del Porrajmos ("divoramento" in lingua Romanì).

"Quanti conoscono la parola "Porrajmos"? Porrajmos nella lingua dei Rom significa "divoramento" e indica la persecuzione e lo sterminio che il Terzo Reich attuò nei loro confronti; un altro modo per dire 'olocausto'. Durante la seconda guerra mondiale vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di dominazione razziale. La storia dello sterminio degli zingari è una storia dimenticata e offesa dalla mancanza di attenzione di storici e studiosi: ancora oggi la documentazione risulta frammentaria e la relazione dei fatti lacunosa. Eppure l'argomento dovrebbe suscitare interesse anche solo per il fatto che la persecuzione degli zingari in epoca nazista risulta essere l'unica, ovviamente con quella ebraica, dettata da motivazioni esclusivamente razziali: proprio come gli ebrei, infatti, gli zingari furono perseguitati e uccisi in quanto " razza inferiore" destinata, secondo l'aberrante ideologia nazionalsocialista, non alla sudditanza e alla servitú al Terzo Reich, ma alla morte. Ma proprio questo è il nodo centrale del problema. Per molto tempo dopo la guerra, infatti, lo sterminio nazista degli zigani non è stato riconosciuto come razziale ma lo si è considerato conseguenza - in un certo senso anche ovvia - di quelle misure di prevenzione della criminalità che, naturalmente, si acuiscono in tempo di guerra. Una tesi che trova fondamento nella definizione di " asociali" con la quale, almeno nei primi anni del potere hitleriano, gli zingari vengono indicati nei vari ordini e decreti che li riguardano. Come sappiamo, però, la terminologia nazista non è sempre esplicativa dei fatti: in questo caso il termine " asociale" viene usato per indicare coloro che, per diverse ragioni, non sono integrabili o omologabili col nuovo ordine nazionalsocialista. In realtà, gli zingari furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio, perché zingari e, secondo l'ideologia nazista, " razza inferiore" , indegna di esistere. Gli zingari erano geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa della loro pericolosità era nel loro sangue, che precede sempre i comportamenti. (da Giovanna Boursier, in "Zigeuner, lo sterminio dimenticato", Sinnos ed.)

Scheda Evento

Location:
Biblioteca di Piazza Mercato - Marghera (VE)
A cura di:
Marghera Fotografia, Municipalità di Marghera, Servizio Partecipazione Giovanile e Culture di Pace