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L’ultima notte, anatomia di un suicidio: la parabola di Raul Gardini di scena a Trieste

Foyer

TRIESTE - Va in scena, dal 29 novembre in Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste, per il cartellone altripercorsi, L’ultima notte, anatomia di un suicidio, la piéce con cui Corrado Augias e Vladimiro Polchi ripercorrono la parabola di Raul Gardini. Il testo è interpretato da Luciano Roman.

Una figura entra in scena, spavaldamente, a passo celere: è Luciano Roman. Sarà la sensitiva adesione di questo ottimo interprete alle inquietudini del protagonista, ad accompagnarci lungo la parabola di un uomo che dalla ostentata sicurezza, arroganza dell’inizio, cederà progressivamente, svuotandosi.

La scena prosegue: l’uomo beve qualcosa, estrae una pistola e una mazzetta di banconote. Squilla il telefono. Si getta su una poltrona, affaticato. Accende una sigaretta, guarda un filmato: belle barche, vele che schioccano, ragazze in costume, capelli al vento... Risponde: «Stavo ricordando, che momenti, che avvenire .... Non ti preoccupare, torneranno vedrai. ... Siamo troppo forti, ci sono troppi interessi ... Se cado io ne porto a fondo parecchi... Non ci sono più innocenti, i peccati sono collettivi».
Che possa prevedere di usare su di sé quella stessa arma con cui ha sparato per rabbia al vuoto, è una inquietante intuizione che percorre quasi immediatamente lo spettatore.
Il teso soliloquio dell’uomo ha il tono, la cadenza, di chi stia finalmente facendo i conti con se stesso. Per compiacersi, o forse per trovare motivi di un coraggio che comincia a mancare. Il suo monologo è intervallato da proiezioni di filmati che rievocano momenti di vita, un’ascesa che per qualche anno è parsa inarrestabile. L’ascesa di Raul Gardini. Il pubblico indovina velocemente anche la sua identità e il tempo in cui ci troviamo: una notte molto simile a quella del 23 luglio 1993, a Milano…

A fare oggetto di teatro di una figura così vicina, amata, controversa poteva riuscire soltanto la scrittura sensibile ma anche determinata e meticolosa di Corrado Augias un intellettuale, giornalista, drammaturgo che già è stata apprezzata sul palcoscenico dello Stabile regionale (lo ricorderemo autore e interprete nel febbraio 2010 dell’affascinante Le fiamme e la ragione e – assieme a Vladimiro Polchi con cui anche qui collabora – di Aldo Moro. Una tragedia italiana).
Il nuovo spettacolo, intitolato L’Ultima notte, anatomia di un suicidio analizza in 100 minuti proprio le ultime dolorose ore che hanno preceduto la definitiva scelta di Gardini. Le immagini, e le parole che seguiremo sono spesso legate a trionfi velistici ed esistenziali, ma rievocano anche gli scontri e i pericoli della politica. Si capisce che la storia di quest'uomo esemplifica l'abbraccio tra potere e capitale, tra esigenze politico-sociali e avventura, brutalmente: tra politica e denaro. La storia di un equilibrio difficile, forse impossibile, un abbraccio che può diventare mortale.
Luciano Roman, con la misura e l’intelligenza che lo contraddistinguono, diretto sapientemente da Andrea Liberovici, rivive quei minuti lancinanti, e i ricordi, le riflessioni, le immagini che devono aver attraversato la mente del suo personaggio.

L’ultima notte – sottolinea il regista Andrea Liberovici - è un testo di un’attualità impressionante: un’attualità che non risiede soltanto nelle analogie fra le crisi personali e sistemiche di questo Occidente, ma approfondisce anche l’aspetto personale, intimo e assolutamente tragico di un protagonista, che aveva tutto quello che si ritiene essere l’occorrente per la felicità, ma felice non lo era affatto. Il dialogo in scena fra il protagonista e la sua Ombra suggella quindi lo sgretolarsi delle fondamenta di un sistema di valori, ponendo a noi contemporanei, la responsabilità di una nuova proposta.

Prodotto dallo Stabile genovese, L’ultima notte è uno spettacolo riconducibile alla nobile tradizione del teatro civile. Il suo tema centrale è offerto dalla discussa personalità di uno dei protagonisti della storia italiana del secondo Novecento. Scrivono gli autori Corrado Augias e Vladimiro Polchi: Enrico Mattei diceva dei partiti italiani: “Li uso come un taxi”. Ma oggi – per mantenere il potere – non basta chiedere un passaggio, quel taxi bisogna guidarlo. Gardini nello spettacolo afferma: “Che ci voleva, tre mesi e trasformavo tutto in un partito. Si giocava alla pari, finalmente. Sai che ci vuole per comprarsi questo paese? Poco: una banca, una squadra di calcio, un giornale. Si gioca a tre punte…”. Ma l'Ombra è pronta a replicare: “Ti rendi conto di quanto costa la politica? Non dico finanziarla, dico farla! Non i giornaletti, i direttori che ti brucano in mano, che tiri giù dal letto quando ti pare… I telegiornali, i varietà, i grandi rotocalchi. I comizi, i manifesti, fanno ridere, soldi buttati. Devi creare il consenso, una visione del mondo, imporre il tuo copione alle signore che sfogliano i settimanali dal parrucchiere, devi far sognare i giovani, imbottirgli la testa, e che nessuno ti rubi mai la scena. Ripeti una bugia mille volte e diventa la verità”.

L’ultima notte, anatomia di un suicidio è un testo di Corrado Augias e Vladimiro Polchi, diretto da Andrea Liberovici – che cura anche i video (Teche Rai) e la scenografia acustica – e interpretato da Luciano Roman. La voce fuori campo è di Mario Menini. La scena ed i costumi sono di Guido Fiorato e le luci sono firmate da Sandro Sussi.

Stagione Teatrale 2011-2012 - altripercorsi

Dal 29 novembre al 4 dicembre 2011, ore 21:00
Domenica 4 dicembre, solo alle ore 17:00

Sala Bartoli del Politeama Rossetti, V.le XX Settembre, 45 - TRIESTE

L’ultima notte, anatomia di un suicidio

di Corrado Augias e Vladimiro Polchi
con  Luciano Roman
Regia: Alessandro Liberovici
Una produzione Teatro Stabile di Genova

Biglietti: Interi € 19.00 Ridotti € 16.00

Info: Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia
Tel.  040 3593511
info@ilrossetti.it
www.ilrossetti.it