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Ugo Pagliai e Paola Gassman di scena al Rossetti con l'Enrico IV pirandelliano

Foyer
[img_assist|nid=20332|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - Ugo Pagliai sarà Enrico IV sul palcoscenico dello Stabile regionale, al suo fianco la bravissima Paola Gassman: il capolavoro pirandelliano che era in programma a febbraio scorso, era stato sospeso per un problema di salute del protagonista che ora, rimessosi completamente, ritorna al suo impegno in questo ruolo importante e all’affetto del pubblico che a Trieste lo ha sempre accolto con attenzione e calore. Lo spettacolo – produzione del Teatro Stabile di Verona e del Teatro Stabile del Veneto ­– andrà in scena da martedì 26 maggio a domenica 31 ed è l’ultimo appuntamento con il cartellone Prosa dello Stabile regionale. Il personaggio di Enrico IV è da sempre ritenuto fra le fondamentali “prove d’attore” da affrontare in un’eccellente carriera, com’è quella di Pagliai. Scritta nel 1921 e rappresentata per la prima volta nel febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano, la pièce è ambientata in una villa, trasformata nella reggia medievale dell’imperatore tedesco. Vi abita in effetti un uomo che si crede il personaggio storico, a causa di una quieta follia, conseguenza di una caduta da cavallo. Il giovane, un borghese romano, partecipava a una parata in costume ed era mascherato appunto da Enrico IV: assieme a lui erano in corteo la donna amata Matilde Spina, e Tito Belcredi, suo rivale. È proprio Belcredi a causare il disarcionamento e l’incidente. L’uomo così si reputa Enrico IV e l’affetto della sorella lo tutela in questa follia: fa allestire la propria casa come una reggia antica, asseconda Enrico circondandolo di servitori travestiti da consiglieri dell’imperatore. Trascorrono vent’anni: alla morte della donna tocca al nipote, il Marchese di Nolli, prendersi cura dello zio folle e con l’aiuto di un medico fa un tentativo estremo di guarirlo. Convince Matilde Spina – poi divenuta la donna di Belcredi – ad apparire nel costume della parata agli occhi di Enrico: contemporaneamente anche la di lei figlia, Frida (che è fidanzata del Marchese), apparirà in identiche vesti davanti all’uomo. Ciò gli mostrerà la realtà del tempo trascorso. Ma Enrico era già segretamente guarito otto anni prima: saputo del tradimento di Matilde, per una sorta di sprezzo e rifiuto del mondo, aveva continuato a fingersi pazzo, forse anche in attesa di un momento in cui vendicarsi. Al momento dell’incontro con Matilde, Frida, Belcredi e il Di Nolli, potrebbe rivelare il suo segreto, invece si sente deriso, resta incantato dalla giovane donna che sembra colei che aveva amato, e quando Belcredi cerca di allontanarlo da lei, lo trafigge con la spada. Per un attimo, realtà e finzione s’incontrano ed il prezzo di questa vendetta è la definitiva rinuncia alla verità: la condanna a fingersi per sempre Enrico IV, nella sua prigione dorata. Preferii restare pazzo e vivere con la più lucida coscienza la mia pazzia [...] questo[img_assist|nid=17588|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=424] che è per me la caricatura, evidente e volontaria, di quest’altra mascherata, continua, d’ogni minuto, di cui siamo i pagliacci involontari quando senza saperlo ci mascheriamo di ciò che ci par d’essere [...] Sono guarito, signori: perché so perfettamente di fare il pazzo, qua; e lo faccio, quieto! - Il guaio è per voi che la vivete agitatamente, senza saperla e senza vederla la vostra pazzia. [...] La mia vita è questa! Non è la vostra! – La vostra, in cui siete invecchiati, io non l’ho vissuta! in una delle battute finali, Enrico sintetizza con drammatica lucidità tutta la poetica pirandelliana, il lacerante contrasto fra realtà e finzione, ragione e follia che la sua figura incarna perfettamente. Paura di vivere, il tempo che scorre, scivola via e non ti accorgi che la vita è già passata, andata, e ancora non hai iniziato a viverla, hai rimandato aspettando qualcosa o qualcuno spiega il regista Paolo Valerio in merito alla chiave di lettura scelta per l’allestimento che applaudiremo. Questo nostro Enrico IV vuole raccontare questo stato d’animo personale e universale. La storia di un uomo strano, forse troppo sensibile che si rifugia nella pazzia per non affrontare un mondo cinico e meschino. Un uomo solo che rappresenta la nostra solitudine, la paura di vivere, la paura di amare. Stagione Teatrale 2008-2009 Dal 26 al 31 maggio 2009 martedì 26, giovedì 28, venerdì 29 e sabato 30 maggio, ore 20:30 mercoledì 27 maggio e domenica 31 maggio, ore 16:00 Politeama Rossetti, Viale XX Settembre, 45 - TRIESTE Enrico IV di: Luigi Pirandello regia: Paolo Valerio scene: Graziano Gregari musiche: Antonio Di Pofi   con Ugo Pagliai (Enrico IV) e Paola Gassman (Matilde Spina, la marchesa) e con Roberto Petruzzelli (Dionisio Genoni, il dottore) Alessandro Vantini (Tito Belcredi, il barone) Teodoro Giuliani (Giovanni, il maggiordomo) Roberto Vandelli (Landolfo, consigliere) Giuseppe Lanino (Carlo di Nolli, marchese) Beatrice Zardini (Frida, figlia di Matilde) Andrea De Manincor (Bertoldo, consigliere) Francesco Godina (Ordulfo, consigliere) Francesco Mei (Arialdo, consigliere). Biglietti: interi da € 15.00 a € 28.00, ridotti da € 12.00 a € 23.00 Info: tel. 040.3593511 info@ilrossetti.it www.ilrossetti.it