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Connessomagazine.it incontra Andrea Molaioli

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[img_assist|nid=10576|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Spilimbergo (PN) – Pubblico delle grande occasioni al Cinema Teatro Miotto per l’avvio di Visioni d’insieme, rassegna cinematografica che vede riunite piccole sale di provincia per dar vita ad un virtuoso circuito di cinema d’essai. Primo film della rassegna La ragazza del lago diretto dall’emergente di talento Andrea Molaioli, ospite d’eccezione, accolto con calore dal pubblico della città del Mosaico.

Dopo la gavetta come aiuto regista di alcuni tra i più importanti cineasti italiani come Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati, Daniele Lucchetti, Mimmo Calopresti, con La ragazza del lago, presentato alla Settimana della critica della Mostra del cinema di Venezia, Molaioli è al suo primo lungometraggio. Scritto a quattro mani con Sandra Petraglia, ispirandosi al romanzo della norvegese Karin Fossum Lo sguardo di uno sconosciuto.
Il film, ambientato tra Udine e la Carnia, è interpretato da Toni Servillo, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Omero Antonutti, Anna Bonaiuto e Nello Mascia. A lui, abbiamo rivolto alcune domande per scoprire i segreti del successo di quest’opera prima, apprezzata dalla critica e particolarmente amata dal pubblico.

Connessomagazine.it: - Allora Andrea, sei soddisfatto del grande riscontro di pubblico di questa tua opera prima?

Andrea Molaioli: - Molto molto soddisfatto. Il mio film ha avuto un accoglienza ottima sia dalla critica che dal pubblico. Un grande successo, se vogliamo inaspettato visto il tipo di[img_assist|nid=10577|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=427] cinema che noi facciamo. Pensa che noi siamo usciti nelle sale due mesi fa nello stesso week end di uscita dei Simpson ed è incredibile come, pur essendo quello un film fuori dalle nostre corde, dalla nostra portata, ci siamo piazzati subito dietro loro nel boxino dei film più visti sul territorio nazionale. Ed è ancora più sorprendente che, a due mesi di uscita del film, ancora oggi molte sale abbiano La ragazza del lago in programmazione.
Connessomagazine.it: - Guardano le classifiche dei film più visti in Italia, tra i primi venti ci sono ben cinque film italiani, tra cui appunto il tuo. Allora com’è messo il cinema italiano? E’ davvero in crisi come si dice?
Andrea Molaioli: - Guarda. Ti rispondo subito raccontandoti una aneddoto. Sere fa guardando uno speciale sul cinema italiano su Rai 3, venti anni fa, questa stessa domanda, relativa alla presunta morte del cinema italiano, venne rivolta da un giornalista dell’epoca a Marco Ferreri che, scherzosamente ricordavo come, venti anni prima ancora, un altro giornalista fece la stessa domanda a Rossellini. Insomma sono quarant’anni che si lamenta la morte del cinema italiano. Eppure siamo ancora qui. E film come il mio, quello di Soldini, di Mazzacurati, seguitissimi dal pubblico, che non va solo a vedersi i blockbuster, testimoniano come in realtà il cinema di casa nostra sopravviva ancora benissimo e mi auguro continuerà a sopravvivere.
Connessomagazine.it: - Ma allora quali sono i motivi che portano a dire che il cinema italiano è in crisi?
Andrea Molaioli: - Bisogna ammettere che in effetti non è facilissimo fare cinema in Italia. Io, penso che ci siano problemi intanto di ordine numerico. Si fanno pochi film in Italia. Di conseguenza, c’è una gamma di prodotti in circolazione molto limitata, soprattutto come tipologia di film. Si prediligono film che almeno in partenza hanno aspettative commerciali migliori. Detto questo credo che con tutte le difficoltà che ci sono bisognerebbe guardare con minore emotività alle cose. E’ vero che quest’anno a Venezia i film italiani no erano eccezionali ma è anche vero che autori come Marra, prima del film di quest’anno ha presentato opere davvero notevoli. Capita anche ai migliori di sbagliare film.
Connessomagazine.it: - Ritornando alla Ragazza del lago, da dove nasce l’idea del film?
Andrea Molaioli: - Il film nasce da un romanzo dell’attrice norvegese Karin Fossum. Io leggendo il romanzo, tra l’altro in maniera casuale, ho immaginato che avesse i connotati per un film che io sarei andato volentieri a vedere. Non si tratta di un semplice giallo ma contiene delle tematiche molto più alte, come ad esempio il rapporto tra padri e figli. La scelta poi di Servillo come protagonista è stata davvero inevitabile ed è stata un bellissimo dono. Il personaggio sembra davvero ritagliato su di lui che è un attore eccezionale. Una volta scelto il cast il progetto è partito e non ci sono stati intoppi.
Connessomagazine.it: - Il film coinvolge parecchio ed una cosa che colpisce è proprio il fatto che vada a toccare tematiche davvero importanti ed in maniera delicata. Perché la scelta di ambientarlo in una piccola comunità?
[img_assist|nid=10580|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=425]Andrea Molaioli: - Per me è stato importante utilizzare una comunità piuttosto chiusa e ristretta per raccontare tanto perché mi sembrava che quei luoghi fossero idealmente più adatti dal punto di vista narrativo per raccontare le vicende di personaggi che si conoscono. Il luogo migliore per raccontare le inadegueatezze della vita quotidiana che noi stessi possiamo incontrare e subire. Con un protagonista che compie due indagini: una criminale, l’altra per capire la psicologia delle persone con cui entra i contatto, personalità semplici e complesse al tempo stesso.
Connessomagazine.it: - Progetti per il futuro?
Andrea Molaioli: - A dire il vero ci sono una serie di idee che devono ancora diventare qualcosa di concreto. Sono ancora in tour per presentare questo film e diciamo che ne approfitto, che cavalco ancora l’onda, poi si vedrà