Stagione Teatrale 2011-2012
Medea di Euripide
traduzione e adattamento Michele Di Martino e Maurizio Panici
con Renato Campese, Maurizio Panici, Silvia Budri Da Maren, Andrea Bacci, Evelina Meghnagi
Progetto scenico: Michele Ciacciofera elaborato da Giorgio Gori
costumi: Michele Ciacciofera
musiche: Luciano Vavolo
luci: Emiliano Pona
Una produzione Associacione Teatrale Pistoiese/Argot Produzioni/Teatro dei due Mari
Medea ci riporta – a partire dai tragici greci – alle donne di oggi. Sono infatti le donne a mettere in discussione la vecchia cultura facendosi portatrici di un nuovo pensiero. Ed è proprio attraverso Medea (figura totalmente inedita e significativa) che Euripide pone all'interno delle rappresentazioni tragiche un elemento di assoluta modernità. Medea, infatti, è la prima donna a mettere in discussione i rapporti tra uomo e donna, evidenziando una situazione di forza, contestando l'esistente, aprendo un contenzioso e lasciando intravedere nuove possibilità. Medea è per questo uno dei più estremi e affascinanti personaggi della tragedia classica e moderna in quanto, prima fra tutte, non agisce spinta da un impulso erotico o sentimentale ma per rispondere ad una ingiustizia: "ecco Medea… ecco la sventura di una donna" dice di sé al termine di un lunghissimo e straziante monologo. Le modalità del suo atto trascendono ogni consuetudine. In Medea l'azione tragica coincide con la sua stessa rovina poiché, mentre punisce il padre dei suoi figli, colpisce con uguale violenza se stessa: pur riconoscendo l'impatto del suo agire, lo persegue con determinazione e lucida consapevolezza. Il conflitto per la prima volta in una tragedia non è fuori, ma dentro il personaggio, come risulta dal ruolo decisivo dei monologhi nello sviluppo della struttura drammaturgica.