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Giornate del Cinema Muto 2009: La vedova allegra di Erich von Stroheim apre la 28. edizione

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[img_assist|nid=24043|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]PORDENONE –  Sarà La vedova allegra di Erich von Stroheim, ispirato all’omonima operetta di Lehár, a inaugurare la ventottesima edizione delle Giornate del Cinema Muto, in programma al Teatro Verdi di Pordenone, dal 3 al 10 ottobre. The Merry Widow (La vedova allegra; 1925) di Erich von Stroheim, capolavoro assoluto del genere di uno dei massimi cineasti di ogni tempo, è un film in cui la crudeltà stroheimiana si unisce, non parodisticamente ma in un reale abbraccio amoroso, con la brillante leggerezza dell'operetta (quindi con una fonte eminentemente musicale). Gemma incastonata tra i periodi in cui l'opera stroheimiana veniva punita da normalizzazioni produttive, questo film si offre agli spettatori di ogni tempo come una derisoria illusione di felicità, che è il nucleo di questa favola d'amore interpretata dai divi MGM Mae Murray e John Gilbert. La partitura che verrà eseguita nella giornata  di sabato 2 ottobre comprende, oltre alla celeberrima musica di Lehár, motivi originali composti da Maud Nelissen, a capo anche dell’Orchestra Mitteleuropea, che ha il compito dell’accompagnamento musicale del film. Dopo una serie di tentativi, solo nel 2008 Nelissen ha ottenuto il permesso dalla Fondazione Lehár di usare e riadattare le musiche della Vedova allegra, e il frutto del suo lavoro ha avuto il battesimo alla Komische Opera di Berlino.  L’appuntamento pordenonese è una prima italiana che non mancherà di richiamare l’attenzione sulle Giornate non soltanto da parte degli appassionati di cinema. Alcune tra le altre massime presenze divistiche senza tempo sono disseminate nel programma: un gruppo di film della prima tra le dive europee, la danese Asta Nielsen; tre film (La bufera, Marion, Mariute) di una delle Dive per antonomasia, l'italiana Francesca Bertini; un film della meravigliosa polacca Pola Negri, diretto dal suo primo pigmalione, Kurt Matull, prima dei destini lubitschiani e hollywoodiani dell'attrice. E ci sarà Rodolfo Valentino, memorabile interprete di The Eagle (1925) di Clarence Brown, il film che ha segnato la visione infantile di Riccardo Freda, portandolo a realizzare un'altra Aquila nera. Come ben sanno gli spettatori delle Giornate, il film singolo è alternato  e intrecciato nei programmi del festival con rassegne più estese. Una di queste, "Sherlock e gli altri: il detective inglese nel cinema muto", curata da Jay Weissberg, vuole unire ricerca filologica e gusto del divertimento,  con otto programmi di film polizieschi, direttamente o indirettamente ispirati a Conan Doyle. Altra rassegna rivelatrice sarà quella dedicata alla [img_assist|nid=24044|title=|desc=|link=none|align=right|width=468|height=640]produzione Albatros degli esuli russi in Francia, comprendente tre film del misconosciuto Viatcheslav Tourjansky, che concluderà la sua opera in Italia come compagno di strada di Cottafavi e Gallone. Ma nella rassegna si vedrà anche un film del grande Jacob Protazanov; uno del ben noto alle Giornate Jacques Feyder, la Carmen con la spagnola Raquel Meller, diva da riscoprire della tarda epoca del muto; e altri dell'attore e regista Nikolai Rimsky, di Serge Nadejdine, Bernard Deschamps, Lucie Derain e Marcel Silver. Può essere considerato un ampliamento, nella sezione dei restauri e riscoperte, il programma per il centenario dei Ballets russes, che degnamente completa la rassegna Shiryaev della precedente edizione. Conclusa l'anno scorso la maratona attraverso l'opera infinita di Griffith, le Giornate aprono un'altra rassegna, curata da Paolo Cherchi Usai, destinata a ripensare il nostro rapporto coi valori dell'epoca muta. "Il canone rivisitato" riproporrà negli anni alcuni dei film considerati i classici dei primi decenni del cinema, di cui si vogliono ritrovare le ragioni di una grandezza non monumentale ma flagrante anche per gli spettatori di oggi. Sette film di sette cinematografie diverse, usciti tra il 1919 e il 1929, inaugurano questo primo programma, con la certezza di offrire al pubblico un grande godimento, una gara di capolavori. Si tratta dell'americano The Ten Commandments di DeMille, del tedesco Der Golem di Wegener, altro grande evento musicale del festival, del francese J'accuse di Gance, dello svedese Gunnar Hedens Saga (Il vecchio castello) di Stiller, del sovietico Dom na Trubnoi (La casa sulla Trubnaja) di Barnet, dell'italiano Rotaie di Mario Camerini, con la bellezza austroungarica, vojvodinese di Käthe von Nagy, e infine il danese Du skal aere din Hustru (L’angelo del focolare) di Dreyer. Del grandissimo danese le Giornate offrono un secondo film, nella sezione dei restauri, Die Gezeichneten (Gli stigmatizzati), il film del 1922 dedicato al mondo ebraico perduto dell'Europa orientale, film all’epoca accolto con entusiasmo da Ricciotto Canudo, ritrovato in una versione apocrifa sovietica negli anni 60 ed oggi finalmente visibile in una ricostruzione della versione originale, che farà da degno pendant alla reinvenzione postespressionistica del mondo yiddish nel citato Der Golem di Wegener. Con un’antologia di titoli prodotti nell’arco di tre decenni, dagli anni 90 dell’Ottocento al 1918, la sezione americana The Screen Decades Project sarà l'occasione per rivedere film di Porter, G.M. Anderson, Winsor McCay e un episodio di The Perils of Pauline, uno degli oggetti di culto del surrealismo. I 60 anni dell'archivio di Belgrado consentiranno alle Giornate non solo di scoprire alcune rarità del vitalissimo cinema serbo ma anche di rievocare un glorioso momento della storia del festival, con il restauro di Sa verom u Boga di Mihailo Al. Popovi?, regista da tempo scomparso che fu presente in una delle prime edizioni delle Giornate all'anteprima mondiale di questo suo bellissimo film, a lungo inedito, all'epoca appena ritrovato e oggi felicemente ricomposto secondo le indicazioni del regista. Molte altre meraviglie si scopriranno nel programma delle Giornate di questa edizione. Alice's Wild West Show di Walt Disney ricorderà la scomparsa, il 15 agosto scorso, della Alice incarnata del cinema, Virginia Davis. Un omaggio sarà dedicato, a cura di Giuliana Muscio, all'attore italiano del cinema americano Cesare Gravina, la cui presenza è legata anche ad alcune interpretazioni per Stroheim: tout se tient alle Giornate. Nella già toccata sezione "Restorations and Rediscoveries" vi saranno anche altre godurie, da un film di Hans Steinhoff nella personale in progress che gli dedica il festival, alle opere di due altri cineasti tedeschi da riscoprire, Richard Eichberg e Hanns Schwarz, a un film diretto da Alexander Korda, ai restauri francesi di Bois d'Arcy, tra cui La Vie merveilleuse de Bernadette (1929) di Georges Pallu, a un esilarante cartoon coi personaggi Mutt and Jeff, duo comico disegnato degno di altre coppie comiche in carne ed ossa, a Giornate di sole (1934) di Renato Spinotti, restaurato dalla Cineteca del Friuli in collaborazione con il DAMS di Gorizia. Impossibile citare tutto: basti un accenno, per il resto del programma, a due realizzazioni di critici fedeli frequentatori delle Giornate, Peter von Bagh e Francesco Ballo; alla Jonathan Dennis Memorial Lecture di Edith Kramer; agli incontri quotidiani con gli autori; al gran finale del festival, on la serata Ukulelescope, prima esibizione italiana di The Ukulele Orchestra of Great Britain che accompagnerà un’antologia di film muti. Dal 3 al 10 ottobre 2009 Teatro Comunale G. Verdi, via Martelli - PORDENONE Le giornate del cinema muto 2009 - 28a edizione Progetto realizzato con La Cineteca del Friuli e Cinemazero Enti promotori Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Pordenone, Provincia di Pordenone, Camera di Commercio di Pordenone, Direzione generale per il cinema/ Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone   Info: info.gcm@cinetecadelfriuli.org www.giornatedelcinemamuto.it