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Il destino nel nome, Mira Nair tra India ed America

ConSequenze

[img_assist|nid=8039|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]Ai critici regola vuole sia vietato esprimere dei giudizi sui film del tipo bello o brutto ma dopo la visione de Il destino nel nome, l’ultimo film dell’indiana Mira Nair permetteteci di andare contro la norma e fare una considerazione spicciola, essenziale ma quanto mai significativa: davvero un gran bel film!

Già regista di opere notevoli come Salaam Bombay, Mississippi Masala e Monsoon Wedding (per cui vinse il Leone d’oro nel 2001 a Venezia) la Nair torna dietro la macchina da presa per raccontarci un altro spaccato della sua India ed il proprio vissuto e lo fa attraverso l'adattamento di un romanzo di Jhumpa Lahiri che in The Namesake (omonimo) racconta la propria esperienza di sradicata e di americanizzata.

La storia riguarda due generazioni. Ha inizio con il giovane Ashoke (Irrfan Khan) promettente studioso che durante un viaggio in treno è coinvolto in un terribile incidente da cui si salva miracolosamente. Da quel momento il ragazzo si convince che ogni giorno successivo a quello della disgrazia è[img_assist|nid=8040|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=479] un vero e proprio dono perciò decide di cambiare vita e partire per un dottorato di ricerca in America. Ashoke non partirà da solo. Tradizione vuole che egli prima della sua avventura oltreoceano prenda moglie. Ed Ashoke non ha nemmeno il tempo di scergliela dato che a tutto hanno pensato i suoi genitori. Fortunatamente la ragazza scelta per il matrimonio combinato è una giovane dalla bellezza sorprendente, Ashima (la bellissima Tabu), ragazza bengalese, colta, istruita e dalla voce melodica.

I due senza nemmeno avere il tempo per conoscersi e per piacersi convolano a nozze e partono per New York. Il matrimonio pare andare a gonfie vele nonostante vivano in una fredda città straniera all’altro capo del mondo, lontano dagli affetti e dal clima accogliente di Calcutta e dal loro amore nasceranno due figli, Sonia ed un figlio maggiore maschio che i due chiamano Gogol. Quel nome così lontano dalle origini ed eccentrico in realtà ha un significato profondo ed un enorme importanza per Ashoke essendo legato al drammatico episodio dell’incidente: proprio in quell’occasione [img_assist|nid=8041|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=528]l’uomo stava leggendo il Cappotto di Gogol. Per il ragazzo invece rappresenterà sempre un problema lungo tutta l’infanzia e l’adolescenza. Quando finalmente Gogol capirà la motivazione della scelta di quel nome e comincerà ad andarne fiero purtroppo sarà troppo tardi per dichiarare il suo amore celato per tutta la vita al padre.
Torna a parlare della sua India Mira Nair, in quello che senz’altro è il suo film più intimo, quello che è più vicino alla sua esperienza personale di ragazza indiana approdata a New York per studiare e farsi una carriera. na storia profonda e struggente che racconta, oltre al viaggio fisico, anche il viaggio interiore dei milioni di americani arrivati da terre povere e lontane che hanno dovuto farsi una nuova vita e mescolare vecchio e nuovo.
Il destino nel nome - The Namesake è davvero un ottimo film, ben diretto e con un cast di attori magari non noti in Occidente ma indubbiamente dotati di talento. ue ore emozionanti racchiuse tutte nella sequenza finale strappalacrime. Un finale di quelli che lasciano un nodo in gola per l’emozione. Da vedere.