Error message

Il file non può essere creato.

Il potere della pittura, personale del bosniaco Safet Zec al Museo Correr di Venezia

Verniss@ge
[img_assist|nid=28063|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]VENEZIA - Inaugura sabato 8 maggio al Museo Correr di Venezia la mostra Safet Zec. Il potere della pittura che presenta oltre centotrenta opere - oli, tempere, disegni a matita, schizzi e studi preparatori, grandi dipinti  e piccole tele - alcune mai esposte al pubblico finora e realizzate negli ultimi dieci anni di attività dell’artista bosniaco, protagonista drammatico e magistrale della figuratività odierna.
Dotato di un talento precoce e straordinario, Zec rimanda ad ascendenze classiche, da Tintoretto a Palma il Giovane, da Caravaggio fino a Freud; mostra la sicurezza linguistica degli antichi maestri e, insieme, l’ansia di ricerca di un indagatore solitario e la frenesia dello sperimentatore.
La quantità e la qualità della sua produzione finita e non-finita è sorprendente, ma la trasparenza è cristallina, il controllo totale, singolarmente lucido e razionale.
Ancora, Safet Zec è forse il più importante rappresentante della riflessione sulla tragedia di un popolo e sulle sconfinate possibilità della pittura da un lato di partecipare al suo strazio, dall’altro di fornire letture poetiche di un mondo quotidiano.
Lungo nove sale al secondo piano del Museo Correr, il percorso si snoda in sequenze tematiche di estrema suggestione.
La prima grande opera, Facciata veneziana (tempera e acrilico su carta, cm 120x350) testimonia il legame e l’appartenenza dell’artista alla città che lo ha accolto quando la guerra nell’ex Jugoslavia lo costrinse nel 1992 alla fuga da Sarajevo. Seguono poi le immagini, le atmosfere, gli strumenti dell’atelier veneziano, suo spazio e mondo, rifugio e origine di un’esistenza e di un’ attività artistica che rinascono e si rinnovano.
Alle vedute di una Venezia “minore”, struggente nella sua autenticità, si succedono nature morte, “vite silenziose” nella definizione di Zec, barche e porte, oggetti dimenticati, ceste, pennelli, colori, corde, taglieri, specchi. E forme di pane di suggestione sacrale.
Safet Zec è nato in Bosnia nel 1943, ultimo di otto figli di un calzolaio che, durante la seconda guerra mondiale, si trasferisce a Sarajevo da Rogatica, un paese a est della Bosnia. Il suo  straordinario talento si manifesta sin dall’infanzia; si forma alla Scuola superiore di arti applicate di Sarajevo e [img_assist|nid=28064|title=|desc=|link=none|align=right|width=505|height=640]all’Accademia di Belgrado è considerato quasi un prodigio. Tuttavia l’isolamento interiore di quegli anni lo porta a  distruggere quasi tutti i suoi primi lavori. A Belgrado incontra la moglie artista Ivana, restaura una vecchia casa nel quartiere ottomano dell’antica città di Pocitelj, vicino a Mostar, luogo amato da molti artisti, che mantiene anche quando, nel 1987, torna a vivere a Sarajevo, da pittore ormai  affermato anche a livello internazionale. Con lo scoppio della guerra, il mondo in cui Zec è cresciuto, di armoniosa convivenza tra persone di diverse culture e religioni, è sconvolto. Pocitelj viene distrutta e, con essa, tutte le sue opere incisorie. Morte e distruzione a Sarajevo lo costringono a fuggire con la famiglia. Nel 1992 è a Udine dove ricomincia a lavorare grazie all’aiuto generoso dello stampatore Corrado Albicocco, per poi giungere a Venezia nel 1998. Dalla fine del conflitto l’artista ha ripreso un’assidua frequentazione con la sua terra. Nel cuore di Sarajevo, lo Studio-collezione Zec è stato riaperto ed è ora un centro di iniziative culturali, oltre che sede espositiva delle sue opere. Nel 2004, in occasione dell’apertura del nuovo ponte di Mostar, è stato presentato un libro di incisioni curato dalla Scuola di Urbino su lastre di Zec. In futuro, la sua casa-studio di Pocitelj, ora restaurata, ospiterà una  scuola di grafica.
Tra i più recenti e significativi riconoscimenti si segnalano:
2001 Lille mostra antologica a cura di Martine Aubry, presso la chiesa abbandonata di Sainte-Marie-Madeleine, recuperata per l’occasione 2003 premio "Leonardo Sciascia" per l'incisione
2004, un autoritratto di Zec è esposto tra quelli di Picasso e di Duchamp alla mostra MOI! Autoportraits du XX siècle realizzata dal Museé du Luxembourg di Parigi; 2005 premio Linus Pauling dell’International League of Humanists; 2007 "Chevalier de l'ordre des Arts et des Lettres" del Ministero della Cultura Francese.

Dall'8 magggio al 18 luglio 2010

Museo Correr, Piazza San Marco, - VENEZIA

Safet Zec -  Il potere della pittura

A cura di Pascal Bonafoux e Giandomenico Romanelli

Vernissage: sabato 8  maggio, alle ore 12:00Orario: 10/18 (biglietteria 10/17)

Biglietti: € 5,00
Gratuito per acquirenti del biglietto per I Musei di Piazza San Marco, Museum pass Musei Civici Veneziani, residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini 0/5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi; 1 gratuità ogni 15 biglietti previa prenotazione; membri I.C.O.M.
*è richiesto un documento

La mostra si realizza con il sostegno della Galerija SOL di Lubiana.

Info: Fondazione Musei Civici Veneziani

call center 848082000

mkt.musei@fmcvenezia.it 

www.museiciviciveneziani.it

Nelle immagini: Safet Zec, Tavolo con colori II, 2004
tempera su carta intelata, cm. 160x220

Safet Zec, Camicia bianca, 2009. Olio su tela, cm. 100 x 80

Ogni riproduzione vietata