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Le lacrime amare di Petra von Kant: Antonio Latella porta in scena Fassbinder al Rossetti

Foyer
[img_assist|nid=12674|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]TRIESTE - È un appuntamento di particolare interesse quello proposto dal Teatro Stabile dell’Umbria in Le lacrime amare di Petra von Kant, testo di Fassbinder ospite del cartellone Prosa del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia a partire da mercoledì 12 marzo. Diretto da Antonio Latella, lo spettacolo vanta a prova d’attrice di grande raffinatezza e intensità di Laura Marinoni, che la critica e il pubblico hanno unanimemente apprezzato. Ogni volta che due persone si incontrano e stabiliscono una relazione si tratta di vedere chi domina l’altro. La gente non ha imparato ad amare. Il prerequisito per potere amare senza dominare l’altro è che il tuo corpo impari, dal momento in cui abbandona il ventre della madre, che può morire. In questo assunto di Rainer Werner Fassbinder è sintetizzato molto della sua poetica di autore complesso e lacerato, interprete dell’inquietudine di quella gioventù senza Dio che aveva il difficile compito di crescere, trovare un proprio senso, una dignità, nella Germania del secondo dopoguerra. Aveva infatti soltanto 26 anni quando, nel 1971, scriveva Le lacrime amare di Petra von Kant: e nel testo riversava gli echi dell’incubo provato nei confronti di un passato oscuro, la rabbia verso l’attualità, la politica, l’estetica borghese, la disillusione rispetto all’utopia di sentimenti immaginati come assoluti, ma che si rivelavano poi offesi dalle logiche del potere. Antonio Latella – regista fra i più interessanti della scena italiana – ha riconosciuto ne Le lacrime amare di Petra von Kant ombre e aneliti che possono far vibrare anche le platee di oggi, ancora tormentate, a distanza di oltre trent’anni, da rapporti d’amore malati e strazianti, venati di aspettative deluse e da pretese annientanti.Ne fa dunque uno spettacolo intenso emotivamente e di profondo senso, forte nelle intuizioni, ammirevole per l’altezza delle interpretazioni, prima fra tutte quella di una coinvolgente Laura Marinoni. Uno spettacolo che aggiunge un tassello significativo alla ricerca di Latella sui drammaturghi della diversità, ricerca che lo ha visto portare anche allo Stabile regionale, nel 2006, un Edoardo II di Marlowe che ha fatto discutere. Quella di Petra von Kant è una storia femminile e attuale: la protagonista è una donna libera, seducente, sicura, due matrimoni alle spalle, capace nella carriera e con uno spiccato intuito economico. Partita con una modesta attività sartoriale si è ormai imposta come stilista di successo. Il suo universo di rapporti umani è composto da sole donne: sua madre e la giovane figlia, l’amica Sidonie, la fedele e muta servitrice Marlene… Tutte entrano nello spazio algido, bianco, ricco di suggestioni che Latella ha voluto per Petra. Uno spazio metaforico e mentale nel suo candore, un mondo psicologicamente chiuso, silenzioso e ordinatissimo ove la protagonista ha le proprie certezze che nessuno riesce a incrinare: non le chiacchiere delle donne, non gli imperiosi ordini professionali di Petra, né il ticchettio della macchina da scrivere, o il quotidiano gorgoglio della caffettiera… Una sorta di salotto borghese essenziale, rarefatto ma rigorosissimo nelle sue candide linee: su di esso incombe però, fin dal primo istante una figura imponente e nuda di donna. Forse volutamente disturbante, essa annuncia l’arrivo di qualcosa capace di  sconquassare quella realtà. È Karin Thimm, a lei appartengono le fattezze[img_assist|nid=12675|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=425] della statua: una giovane proletaria di cui Petra s’innamora perdutamente. Ma Fassbinder non intende parlare di omosessualità: si concentra invece sulla necessità e sull’incapacità di un amore “diverso”, cioè non ammorbato dalle dinamiche del dominio e della sopraffazione. Karin, aspirante modella, ama a proprio modo Petra, mantenendo il proprio egoismo, concedendosi solo finché ne ha convenienza e gusto. Petra invece, nel rapporto è la figura debole, si abbandona alla passione e le soccombe. Vede nella ragazza il simulacro della propria sete d’amore, non le interessa di comprenderla ma di saperla in proprio possesso… E così Petra si getta senza pensarci nelle braccia del vuoto (di Karin) – spiega il regista – per inseguire o, forse come Fassbinder, per ripercorrere con tanta disperata ostinazione quell’utopia probabilmente infantile e impudente che si chiama Amore. Finalmente la parola trova sangue, riacquista il suo valore arcaico e il non detto può finalmente essere ripetuto, urlato senza alcun pudore: “Ti amo. Ti amo. Ti amo.” Stillicidio che ripercuote la stessa pelle di un corpo vuoto per recuperarne il senso, riempirne il suono. La statua è l’idolo di questo amore malato, che annienta invece di proteggere: ingigantisce, come un’ossessione, nel chiuso spazio di Petra, e finirà in pezzi, davanti lei, ormai straziata, abbandonata. Solo allora, sulle vetrate cadranno piano come gocce, le lacrime amare di Petra von Kant: a scandire i palpiti di una profonda tragedia moderna. Una magnifica prova d’attrice: la critica è  concorde nel giudicare su Laura Marinoni, protagonista seducente, inquietante, de  Le lacrime amare di Petra von Kant, e nel salutare positivamente la sua prima collaborazione con Antonio Latella, regista-poeta e provocatore, una delle personalità più significative che le nostre scene abbiano rivelato negli ultimi anni. Laura Marinoni ha già incantato il [img_assist|nid=12676|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=425]Politeama Rossetti: diretta da Patroni Griffi è stata la figliastra nei Sei personaggi in cerca d’autore (ruolo che le valse il Premio Duse nel 1988), ha lavorato al fianco di Orsini ne Il giuoco delle parti, per la regia di Lavia ed ha incarnato con sensibilità la protagonista del pasoliniano Orgia, diretta da Castri. L’incontro con Latella la conduce ora alla drammaturgia di Rainer Werner Fassbinder, complesso interprete delle inquietudini della gioventù tedesca del dopoguerra, di un mondo difficile e contraddittorio che sente il peso di un passato oscuro, che reagisce con rabbia all’attualità, alla politica, all’estetica borghese, che guarda  all’utopia dei sentimenti ma li scopre offesi dalle dinamiche di potere... Indaga il mondo dei sentimenti anche il testo del 1971 incentrato su Petra von Kant, una donna libera, due matrimoni alle spalle, stilista di successo, capace di imporsi nel lavoro e nel privato. Il suo universo di rapporti umani è composto da sole donne: sua madre e la giovane figlia, l’amica Sidonie, la fedele e muta servitrice Marlene e Karin Thimm, una giovane proletaria di cui Petra s’innamora perdutamente. Ognuna entra nello spazio bianco, gelido e ricco di suggestioni che Latella crea per Petra, ma nessuna lo scuote come Karin. La giovane, pur amandola, mantiene il proprio egoismo ed è forte nel rapporto a cui invece Petra soccombe. Petra vede in lei il simulacro della propria sete d’amore, non la comprende fino infondo: smania invece per possederla, fino ad annullarsi. Una caduta che la Marinoni ci restituisce in tutto il suo strazio, in toni lividi, struggendosi ai piedi dell’enorme statua di Karin. Una presenza incombente, nuda che domina la scena: icona di un’utopia impossibile o della necessità di dare all’amore (non importa se etero o omosessuale) un nuovo senso, scevro da ogni volontà di dominio. Dal 12 al 16 marzo 2008, ore 20:30 Giovedì 13 marzo anche alle ore  16:00Domenica 16 marzo solo alle ore 16:00 Politeama Rossetti, viale XX settembre, 45 - TRIESTE Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder Regia: Antonio Latella con Laura Marinoni e Silvia Ajelli, Cinzia Spanò, Sabrina Jorio, Stefania Troise, Candida Nierie gli animatori d’ombre Massimo Arbarello, Sebastiano Di Bella traduzione di Roberto Menin Scene: Annelisa Zaccheria Costumi: Annelisa Zaccheria Produzione: Teatro Stabile dell’Umbria - Fondazione del Teatro Stabile di Torino in collaborazione con Thèatre National Populaire Villeurbanne – Lyon Biglietti: interi da  15.00 € a 28.00 €, ridotti da 12.00 € a 23.00 €. Info: tel. 0403593511 www.ilrossetti.it